Razzismo: quasi il 46% dei giovani mostra intolleranza verso gli stranieri

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Ci sono gli “slavo-fobici”, i “tolleranti a distanza” e i “razzisti xenofobi”: sono solo alcune delle categorie che distinguono l’atteggiamento dei giovani nei confronti degli stranieri i quali, nella maggior parte dei casi, risultano mal tollerati. E’ quanto emerge dall’indagine “Io e gli altri: i giovani italiani nel vortice dei cambiamenti”, promossa dalla Conferenza delle Assemblee delle Regioni nell’ambito delle iniziative dell’Osservatorio della Camera sui fenomeni di xenofobia e razzismo e realizzata da Swg su 2.000 giovani.

Uno studio che rivela come il razzismo sia un fenomeno tutt’altro che sradicato tra i giovani: quasi la metà dichiara verso gli stranieri atteggiamenti di chiusura, che per un 20% sfociano in vera e propria xenofobia, mentre l’asticella di quanti manifestano apertura si ferma al 40%. L’area tendenzialmente fobica e xenofoba è del 45,8%, con diverse sfumature al suo interno. Lo studio indica tre agglomerati. Il primo è quello dei “Romeno-rom-albanese fobici”, pari al 15,3% del totale degli interpellati, e manifesta la propria intolleranza soprattutto verso questi popoli. E’ l’unico gruppo la cui maggioranza (56%) è costituita da donne. Il secondo riunisce soggetti con comportamenti improntati al razzismo. E’ il più esiguo, perché rappresenta il 10,7% dei giovani, ma il più estremo, perché in sostanza rifiuta e manifesta fastidio per tutti, tranne europei e italiani.

Ci sono poi gli xenofobi per elezione (20%): non esprime forme di odio violente, quel che conta è che le altre etnie se ne stiano lontane, possibilmente fuori dall’Italia. La fetta di quanti hanno invece un atteggiamento aperto è del 39,6%. All’interno si riconoscono gli “inclusivi” (19,4%) con un’apertura totale e serena (55,3%); i “tolleranti” (14,7%), un po’ più freddi rispetto ai precedenti e gli “aperturisti tiepidi” (5,5%), ossia giovani decisamente antirazzisti, ma con forme più caute e trattenute, minore interazione con le altre etnie e un riconoscimento più ridotto dell’amore omosessuale. Al centro lo studio posiziona i “mixofobici” (14,5%), giovani che non sono del tutto proiettati verso la chiusura, ma neppure verso il suo opposto e che vivono un sentimento di fastidio verso ciò che li allontana dalla loro identità.

Tra le etnie che i ragazzi considerano da tenere a distanza ci sono soprattutto rom e sinti (4,1), rumeni (5,0) e albanesi (5,2).

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