Monsignor Lupi cena con gli ospiti della mensa di fraternità

Mons. Vittorio Lupi, vescovo della Diocesi di Savona-Noli

Savona. Anche il vescovo di Savona-Noli si fa interprete del messaggio dell’Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale e, venerdì 12 febbraio, alle ore 18 in via De Amicis 4r presso il Centro diurno di solidarietà, incontrerà le persone in disagio che frequentano il Centro cenando con loro.

“Il 2010 è l’anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale: due tematiche che dicono una stessa realtà, la specificano meglio. Isolamento, emarginazione, tener fuori dal proprio agio, dai propri spazi (comuni e non), dalla propria vita, sono forme con le quali quotidianamente si consuma la povertà e si alimenta la nostra distanza da essa, se non la nostra indifferenza”, commenta il direttore della Caritas diocesana don Adolfo Macchioli.

Che prosegue: “La parola povertà è poi tutta da decifrare: chi è povero? Che sentimento ci smuove la povertà? Non è forse così soggettiva da sentirci tutti un po’ poveri? Esiste il serio rischio che la povertà susciti immediatamente rabbia e seccatura: dà fastidio vedere un povero, ci fa arrabbiare poi che uno viva sulle nostre tasse, magari raccontando un po’ di storie per tirare su qualche euro. In fondo al nostro sguardo c’è sempre il giudizio su quanto la povertà sia dovuta alla volontà, quanto sia fatalità: siamo di fronte all’ovvio! Se uno avesse volontà, capacità, possibilità, continuità, interezza, non sarebbe povero”.

“La povertà – prosegue il sacerdote – rivela il lato debole dell’umano, la sua fragilità e inconsistenza; mette in luce lo scacco della volontà e delle facoltà umane, la difficoltà a gestire i sentimenti. Non è certo questo l’elogio della bassezza e della pusillanimità: è piuttosto il tentativo di non dimenticare il volto dell’uomo, del fratello dietro la cortina di sofferenza, violenza e degrado che solo la povertà è capace di portare con sé. Allora c’è spazio anche per la rabbia, per il dispiacere nel vedere una vita spezzata dalla fatica, a volte buttata via per una piccola sostanza, a volte segnata nella mente a tal punto da non renderla più capace di normalità”.

Zero poverty recita lo slogan della campagna che Caritas Europa ha lanciato all’interno di questo anno europeo: un richiamo e una sfida a quegli obiettivi del millennio – mai raggiunti – che prevedevano di salvare metà dei poveri entro il 2015. Benedetto XVI il 14 febbraio, festa dei santi Cirillo e Metodio patroni d’Europa, andrà a visitare un centro di accoglienza Caritas, a ricordare che una società complessa come quella europea non può fare a meno di loro, dei poveri. “Un anno – conclude don Macchioli – per ricordarci che il percorso è ancora lungo, che la strada da fare può essere corsa in solitudine, oppure con quanti incontriamo sul nostro cammino. E se avremo l’occasione di rallentare un po’ il passo per aspettare e accompagnare chi non ce la fa, allora saremo ancora più sicuri che quella è la strada giusta”.

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