Il Cav-ingauno celebra la Giornata per la Vita

primule

Albenga. Venticinquemila primule saranno distribuite, domani, all’uscita delle messe festive in numerose parrocchie delle Diocesi liguri, per celebrare la 32° Giornata per la Vita. Ad Albenga il vescovo Oliveri celebrerà una messa solenne in cattedrale San Michele, alle ore 10,30, benedicendo oltre 700 bambini ingauni, nati negli ultimi tre anni e invitati alla cerimonia liturgica. Il Centro Aiuto Vita-ingauno sarà presente con una delegazione della Azienda agricola Vigo Gerolamo che ha donato le primule per l’occasione. Federvita Liguria, insieme ai suoi dieci Centri di Aiuto alla Vita distribuiti nel territorio regionale, con la vendita delle primule intende raccoglie offerte per poter acquistare latte, pannolini e omogeneizzati a sostegno della maternità disagiata.

“Facciamo da soli ciò che dovremmo fare con lo Stato, che sembra aver dimenticato il significato della promozione della vita e della tutela sociale della maternità” dichiara Eraldo Ciangherotti, presidente della Federvita Liguria, annunciando l’iniziativa di domani in concomitanza con la 32° Giornata nazionale per la Vita.

“Purtroppo ad oggi – prosegue Ciangherotti – registriamo quanto la crisi economica diffusa renda più difficile l’accoglienza della vita nascente. Una donna, di fronte ad una maternità inattesa e disagiata, non riesce sempre a superare le difficoltà apparenti per la mancanza di sostegni istituzionali. I Centri di aiuto alla vita liguri cercano di moltiplicare gli aiuti economici con le poche risorse a loro disposizione. E’ inaccettabile però che ad oggi i Centri di Aiuto alla Vita ancora non ricevano ancora alcun contributo economico da nessun Comune, eccetto Loano, da destinare alla tutela della gravidanza mentre lo Stato sarebbe vincolato per legge alla tutela sociale della maternità”.

Monsignor Domenico Calcagno, arcivescovo emerito della Diocesi di Savona e attuale segretario dell’amministrazione del Patrimonio della Sede apostolica, così scrive ai volontari dei Centri di Aiuto alla Vita liguri: “E’ importante celebrare tutti insieme la Giornata per la Vita perché è nel segno della continuità con l’opera di Dio che è fonte della vita. Anche Gesù si è proposto come via verità e vita: naturalmente la vita di cui parliamo prende le mosse dalla vita terrena, ma la realtà della vita è per la Chiesa strettamente congiunta con la vita spirituale e la continuità nella vita eterna. Tutto ciò che favorisce la vita, nei suoi tre aspetti richiamati, è da potenziare e far crescere, senza timore”.

E spiegando a quali persone va il suo pensiero di vescovo diocesano, in questa 32° Giornata nazionale per la Vita, il vescovo Calcagno aggiunge: “Il mio pensiero va in particolare a tutti coloro che hanno difficoltà a poter vivere in modo degno e colmo di speranza sia la vita del corpo che quella dello spirito. Le difficoltà a vivere oggi sono molteplici sotto tutti gli aspetti: basti pensare alle difficoltà derivanti dalla situazione economica con la disoccupazione crescente e dal cattivo uso delle possibilità della vita legate a disinvolte e smodate esagerazioni. I bilanci e le tragiche conseguenze degli ‘sballi’ del sabato sera e altro… fanno riflettere anche il mio animo di vescovo”.

Su come sostenere concretamente la vita nascente e morente, Calcagno non ha dubbi e afferma: “Il sostegno alla vita nascente e alla vita che va verso il tramonto richiede che si concepisca la vita come un progetto unico che va verso l’eternità. Se si troncano i legami con la prospettive dell’unitarietà dell’esperienza umana che è immersa nel progetto di Dio, si rischia di cadere inesorabilmente in valutazioni immediate che chiudono la prospettiva più ampia. In questo quadro le persone vicine e le istituzioni sono di estrema e insostituibile importanza, perché sia la vita nascente che quella in fase terminale, senza il supporto delle persone e delle istituzioni, non hanno alcuna possibilità di affrontare le difficoltà”.

“Le possibilità che oggi offre la medicina e l’affetto delle persone – prosegue Calcagno – sono cardine fondamentale che non deve mai lasciare il sopravvento ad altre forme di valutazione. Anche la conoscenza che noi abbiamo dello stato di vita oltre il limite della nostra esperienza deve farci riflettere e operare sempre per la massima tutela: Dio è padre di fronte a tutti, anche per i nascituri, per i meno dotati (o per nulla dotati, secondo i nostri parametri) e per coloro che sono sul limitare ultimo della vita terrena. Per tutti Gesù è morto e per tutti noi dobbiamo dare il massimo del nostro impegno per sostenere la vita”.

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