Economia

Alberto (Cia): le sfide dei “nuovi” agricoltori

Agricoltura serra

Provincia. Doveva essere una assemblea chiamata a rinnovare il quadro dirigente provinciale della Cia (Confederazione Italiana Agricoltori). Invece, sono arrivate innovazioni nell’organizzazione e la volontà di riconquistare al settore primario, anche nel Ponente, un ruolo strategico da protagonista, sconfiggendo il cemento che sottrae terreni alle colture, combattendo filiere di commercializzazione che ricaricano sui prezzi in modo insostenibile, avversando eccessi di burocrazia e di adempimenti sterilmente autoreferenziali.

“Le cose sono maturate verso una riorganizzazione interna, adempiendo così ad uno sforzo collettivo della nostra confederazione. Abbiamo ‘setacciato’ il territorio provinciale con 12 assemblee di base, molto partecipate e ricche di fermenti. Il risultato è stato l’individuazione di alcune linee di sviluppo, partendo da una realistica analisi dello stato dell’agricoltura provinciale”.

Così Aldo Alberto, presidente provinciale della Cia riconfermato, sintetizza la natura della riunione per il rinnovo delle cariche direttive, avvenuto ad Albenga, lo scorso 22 gennaio. Abbiamo già dato (su questo stesso quotidiano on line) l’elenco degli eletti e dei componenti dei due nuovi organismi, all’interno delle strutture dirigenziali, che portano in evidenza sia le rivendicazioni e le proposte territoriali, sia le politiche specifiche dei vari settori in cui si articola l’attività agricola complessivamente intesa. Si è cioè data struttura alle esigenze delle località e a quelle di floricoltura, orticoltura, vitivinicoltura, olivicoltura, agriturismo, vendita diretta.

Ma la rivendicazione di maggior spessore, anche dal lato operativo, è stata quella avanzata dal presidente riconfermato per mettere al centro dell’attività della Cia provinciale i produttori, avendo la franchezza di dichiarare: “Il compito di una confederazione come la nostra non si può certo limitare ad una consulenza di tipo tecnico. E’ certamente fondamentale fornire servizi adeguati ai tempi e alle necessità delle aziende, ma non è sufficiente. La nostra consulenza deve essere a 360 gradi, puntuale e qualificata, ma dobbiamo altresì fornire all’imprenditore tutte le analisi, dati e possibili strategie per metterlo in condizione di prendere per la propria azienda le migliori decisioni possibili”.

C’è stato infine una rivendicazione di orgoglio, quando Alberto, ha ricordato che: “La terra fa parte della nostra identità nazionale, e come tale va sostenuta. Dobbiamo essere fieri della nostra capacità di reazione, della nostra caparbietà, della nostra voglia di fare, del nostro essere duri senza perdere la tenerezza”.

I nemici da cui guardarsi? Così li riassume Aldo Alberto: “ Li elencherei, per titoli, in questo modo: 1. Il governo che avrebbe dovuto capire i motivi della nostra mobilitazione e la richiesta di decretare ‘lo stato di crisi dell’agricoltura’, chiamando tutti gi attori a raccolta in una Conferenza nazionale agricola. 2. Le indecisioni che ci portano a pagare il gasolio con l’accise perché in finanziaria non è stato inserito un centesimo nel capitolo di riferimento; 3. Una selva di norme che è diventata una burocrazia spaventosa: sul territorio ci siamo noi agricoltori, non ci sono delinquenti o pericolosi terroristi; 4. Una gestione del territorio che ha visto cedere negli anni in tutta la provincia ad urbanizzazioni più o meno selvagge, col rischio della perdita della massa critica minimale”.

In modo inedito, la Cia rinnovata evidenzia come ci sia unità di intenti con gli albergatori, anch’essi interessati alla difesa e alla valorizzazione del territorio.

Conclude il presidente: “Abbiamo messo in piedi uno sforzo organizzativo appena all’inizio del suo percorso, uno sforzo che ha l’intenzione di creare nuovi gruppi dirigenti che possano traghettare la nostra agricoltura in un futuro fatto di nuovi progetti, di sinergie con altri settori. Gruppi dirigenti capaci di affrontare le nuove sfide per le aziende, i nostri prodotti e i mercati di riferimento”.

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