Albenga. Ieri sera, nel corso del Consiglio Comunale di Albenga, l’ordine del giorno contro la privatizzazione dell’acqua non è passato. “Sono molto deluso e arrabbiato” è stato il commento del consigliere comunale Carlo Tonarelli che aggiunge: “La casta ha vinto ancora una volta e i cittadini…pagano”.
“La votazione che andava a riconoscere ‘il servizio idrico privo di rilevanza economica’ non conveniva nè al centro destra, che prima con Tremonti poi con il decreto Rochi portato avanti da Fitto e Calderoli dal Settembre del 2009 ha sancito che l’acqua non è un bene pubblico ma una merce e dunque gestita dalle multinazionali e nemmeno al centro sinistra che di fatto mette il depuratore inguano nelle mani delle multinazionali. Intanto a Ceriale le tariffe aumentano del 50%, ma là dove Iride, Veolia e company hanno messo le mani, le tariffe sono aumentate del 300%” dice il consigliere comunale.
“Ma la nostra sconfitta prima che economica è culturale, siamo un popolo rassegnato e abbiamo deciso di farci derubare. L’acqua è sacra in ogni paese, cultura e fede nel mondo,l’uomo è fatto al 65% di acqua ed è questo che il Governo Berlusconi ha messo in Vendita. L’acqua che sgorga dalla terra non è una merce è un diritto fondamentale dell’uomo e nessuno può appropiarsene per trane illecito profitto” aggiunge il candidato nella lista “Noi con Claudio Burlando”.
“Se il candidato Antonello Tabbò vorrà il mio appoggio per la sua ri-elezione a Sindaco dovrà assicurarmi di mettere in votazione nel primo rinnovato consiglio comunale l’ordine del giorno che conferma che l’acqua è un bene pubblico che appartiene a tutti e non può essere proprietà di nessuno e riconoscere che l’acqua del servizio idrico locale è priva di rilevanza economica e infine lavorare con gli altri comuni per fare la scelta dell’Azienda Pubblica Speciale a totale capitale pubblico” prosegue il consigliere comunale ingauno.
“Questa posizione la porterò anche in Regione Liguria come esponente della lista civica Noi con Claudio Burlando, anche lì la gestione dell’acqua è un complesso puzzle di interessi trasversali che rischiano di pesare per molti centinaia di euro su ogni famiglia ligure per gli anni avvenire” conclude Carlo Tonarelli.