Cronaca

Caso “don Lu”, Ciangherotti: “Servizi sociali a sostegno della famiglia della minore”

Ciangherotti

Albenga. Eraldo Ciangherotti, presidente del Centro Aiuto Vita ingauno, torna a parlare del caso di don Luciano Massaferro, il parroco alassino accusato di abusi sessuali su una minore e per questo rinchiuso nel carcere di Chiavari.

In particolare, Ciangherotti chiede che i servizi sociali alassini diano un sostegno alla  famiglia della bimba “accusatrice”.

“In merito all´arresto di Don Luciano Massaferro, con l´accusa di molestia sessuale nei confronti di minore, anche noi ci auguriamo che la Procura di Savona arrivi a conclusione di questa vicenda, il più presto possibile per tutti. Soprattutto per il sacerdote che, in fase di indagini, è rinchiuso da ben 23 giorni nel Carcere di Chiavari e allo stesso modo per la minore che, per la sovraesposizione mediatica di cui è stata oggetto, sta vivendo insieme ai suoi familiari un momento di difficile convivenza sociale nella sua città. A tal proposito chiediamo al Sindaco Marco Melgrati e ai Servizi Sociali di Alassio di adoperarsi con efficacia immediata per offrire sostegno alla minore e alla sua famiglia. Di fatto, ci teniamo a ribadirlo ancora una volta, la minore è e resta una vittima in questa vicenda oscura e poco chiara”.

“Restiamo in dubbio – continua Ciangherotti – sulle modalità di procedura, in questa indagine, che certo hanno lasciato non pochi cittadini sorpresi e attoniti. Chiunque osi turbare l´innocenza di un bambino deve essere assicurato alla giustizia. La pedofilia è un reato che deve prevedere una seria condanna, ma supportata da prove certe. I pedofili vanno condannati e devono pagare per i loro reati. Siano essi laici o sacerdoti. A noi sembra però che in questa vicenda, Luciano Massaferro sia stato già processato e condannato, solo perché sacerdote. Nessuno più di noi ha a cuore i più piccoli. Il nostro Centro di Aiuto alla Vita, di fatto, si batte per la tutela dell´infanzia e soprattutto di quell´infanzia cui viene negato il diritto alla vita”.

“La vicenda che vede coinvolto don Luciano Massaferro tuttavia ci sembra ad oggi surreale – conclude Ciangherotti -. Un sacerdote è stato sbattuto in carcere, isolato senza prove certe. Non siamo esperti di tecniche investigative ma, ciò nonostante, riteniamo che possa e debba valere anche l´esperienza di chi, da anni, collabora con Don Luciano Massaferro. Riteniamo che possa e debba aver valore la testimonianza di una città intera che, senza paura, si è sollevata in difesa del sacerdote. Non ci faremo intimidire, non ci fermeremo nella nostra battaglia per la verità. Da liberi cittadini abbiamo il diritto di esprimere la nostra opinione e, soprattutto, abbiamo il dovere di fornire agli inquirenti prove e testimonianze che possano essere utili nell´accertamento dei fatti. Restiamo convinti che nel nostro paese si possa ancora parlare di nobile giustizia. Nessuna indagine può portare alla gogna mediatica due persone, un cittadino e una bambina, prima che siano chiare le prove a carico dell´indagato. Don Luciano, fino a prova contraria, resta per noi, ad oggi, un presunto innocente”.

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