[thumb:2175:l]Savona. La Giunta comunale, questa mattina, ha condiviso la proposta, presentata dal sindaco Federico Berruti, di accordo tra Comune di Savona e Banca d’Italia in merito all’immobile di Piazza Mameli, ex sede savonese della Banca d’Italia. La Giunta ha dato quindi mandato al sindaco di portare a termine l’accordo stesso.
La proposta è frutto di una intensa attività di trattativa guidata da Berruti, affiancato dall’Avv. Cristina Rossello, con i vertici di Banca d’Italia per giungere ad una ipotesi di accordo circa il riconoscimento dei crediti vantati dal Comune per l’abbandono della sede della Banca d’Italia, come da convenzione a suo tempo stipulata tra i due enti.
L’esito di questa trattativa ha condotto alla formulazione di una proposta da parte di Banca d’Italia oggetto di una comunicazione ufficiale in corso di trasmissione. Tale proposta prevede l’offerta da parte di Banca d’Italia della disponibilità alla corresponsione di una somma di 5.400.000 euro a fronte della rinuncia da parte del Comune di Savona all’esercizio del diritto di riscatto previsto nell’originaria convenzione.
Tale offerta, sulla base della stima del valore dell’immobile attualizzato e degli impegni a suo tempo assunti dal Comune per la realizzazione dello stesso, risulta di rilevante convenienza economica per Palazzo Sisto. Risulta inoltre decisamente preferibile alla soluzione, originariamente ipotizzata nel corso delle trattative, di pervenire ad un riscatto con conseguente acquisto, in quanto tale operazione avrebbe comportato per il Comune rilevanti difficoltà sul piano tecnico e finanziario in relazione alla necessità di indebitamento necessario per l’acquisto, e inoltre per l’incertezza dei tempi e dell’esito connesso ad una successiva vendita a terzi.
“Conoscere la storia della nostra città non significa solo ricordare, ma prendere coscienza del suo presente gettando un ponte col passato, scoprendo i legami fra la nostra e le epoche trascorse, consentendo alle nuove generazioni di riconoscersi in chi c’era prima e di progredire, se per progresso si intende il ritrovare l’eccellenza di chi ci ha preceduto” spiega il primo cittadino savonese.
“Esempio illuminante è la storia dell’accordo stretto dall’allora Municipio che si era privato di una porzione immobiliare importante nel proprio piano regolatore (l’isolato “0” avente la fronte principale sulla piazza centrale della città) per destinarla alla sede della nascente Banca d’Italia, con l’allora ancora Banca Nazionale del Regno d’Italia, a fronte di un impegno della stessa alla sua permanenza nel tessuto non solo urbano, ma anche commerciale di Savona. L’accordo fu siglato il 5 aprile 1870 dal sindaco dell’epoca, Luigi Corsi” prosegue Berruti.
“Un sindaco illuminato, che deve essere ricordato come testimonianza di lungimiranza e accortezza, previde una clausola di cosiddetto ‘riscatto’ mirante a garantire e a regolare un ‘equo indennizzo’ dovuto per l’ipotesi che la città fosse privata della funzione pubblica/commerciale data dalla presenza della Banca d’Italia in un tempo successivo. Per non perdere tale diritto, al momento propizio, il Municipio investì in funzione dell’allocazione di tale presenza istituzionale nella Città. Savona ne ha goduto in passato, per il permanere della sede della Banca, ma l’interesse pubblico allora sotteso non è venuto meno nel presente: il Comune ha invocato e trovato tutela per l’applicazione di quanto regolato nell’accordo, semplicemente interpretando gli istituti di diritto vigente” aggiunge ancora il sindaco della città della Torretta.
“Il 5 aprile 1870 tra il Comune di Savona e la Banca d’Italia è nato dunque un rapporto in un clima di fiducia istituzionale reciproca. Senza inutili clamori, senza polemica, sulla scia di rapporti istituzionali gestiti con tecnica, riservatezza, fiducia il Comune di Savona si è visto riconoscere, con umiltà e pazienza, la dignità di ‘parte’ di un accordo dalla Banca d’Italia, che con correttezza, riservatezza e rispetto per la Comunità savonese ha contribuito a mantenere incrollabile la fede nel diritto. In altre parole: è stata mantenuta la parola” ha spiegato infine Federico Berruti.
“Desidero ringraziare, per questo risultato, il dottor Bisso, già Vice Segretario Generale del Comune, che nel 2007 venne a conoscenza dell’originario accordo e me ne diede immediata notizia, per il suo attaccamento all’Ente, e l’avv. Cristina Rossello, senza la quale questo esito non sarebbe mai stato raggiunto, per la competenza tecnica, l’autorevolezza e la passione civile con le quali ha assistito e assiste l’Ente” conclude il sindaco.