Cronaca

Don Luciano, Ciangherotti (Cav-i): “Arrestato per eccesso di zelo”

Eraldo Ciangherotti

[thumb:9772:l]Albenga. “L’eccesso di zelo avrebbe portato all’arresto di don Luciano Massaferro. Ne siamo convinti, sempre di più, dopo aver appreso dagli organi di stampa che a carico di don Luciano Massaferro esisterebbero solo le dichiarazioni della ragazzina, senza alcun riscontro documentale o testimoniale di quanto affermato dalla stessa”. Lo dichiara Eraldo Ciangherotti, presidente del Centro Aiuto Vita-ingauno, commentando gli sviluppi dell’arresto del parroco di Alassio, accusato di violenza nei confronti di una minore.

“E se si trattasse di un gioco a stupire da parte di una minorenne? – prosegue Ciangherotti – E se in un contesto familiare disgregato, dove il padre non esiste da sempre e la madre sembra non aver ancora accettato di rinunciare al proprio ruolo adolescenziale, una ragazzina avesse scelto una maniera infantile ma coerente con la propria età per farsi notare e per attirare a sè le attenzioni mancate? E se la delusione per la rottura del precario affetto ‘familiare’ da parte del compagno della madre improvvisamente avesse portato la minore in questione a far lavorare di fantasia i bisogni affettivi della sua età?”

“Intendiamoci – continua Ciangherotti – la pedofilia è un reato grave, una tragica realtà, presente negli ambiti interni ed esterni alla famiglia, che merita una secca condanna e un´adeguata prevenzione. Partendo però da delle prove documentali e non solo da testimonianze per sentito dire. Ben vengano le inchieste giudiziarie che contrastino la pedofilia, ma modalità di indagini, accuse e misure cautelative, come avvenuto in questo caso, possono aumentare anche il danno contro innocenti, oggetto di inchiesta, a discapito della realtà”.

“Ad Alassio, in poche ore, è stata demolita l’immagine sociale di due persone – afferma il presidente del Cav-i -. Un sacerdote, che di colpo si è visto notificare un provvedimento di carcerazione, senza se e senza ma, che per forza di cose impone un regime di detenzione di almeno dieci giorni in isolamento, prima di una eventuale riesame della misura cautelare. Una ragazzina, che improvvisamente si è trovata al centro di locandine, telegiornali e prime pagine di quotidiani insieme alla foto del suo parroco. Quale assistenza verrà data in queste ore ad entrambi gli ‘attori’ di questa triste vicenda? Sarà assistito don Luciano Massaferro dentro al carcere di Chiavari con un supporto psicologico mirato a rimuovere ogni possibile ed eventuale istinto autolesivo, come per chiunque si senta incolpato di un atto così infamante, che non ha commesso? Sarà protetta e tutelata la ragazzina, che ad oggi nella città di Alassio è diventata famosa e riconoscibile per essersi sottoposta ad una semplice perizia psicologica in un ospedale pubblico? E in caso si trattasse soltanto di fantasie adolescenziali non comprovate dall’evidenza dei fatti, sarà adeguatamente amplificata la smentita da parte di chi ha condotto le indagini e costruito il capo d’accusa?

“Quanto basta – conclude Ciangherotti – per dire che per noi vale ancora il principio antico e sempre nuovo, ‘in dubio, pro reo’. Allo stesso modo siamo certi che l´infanzia vada tutelata a tutti i costi, in particolare da questa dannosa e infamante pubblicità”.

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