Economia

Regione, sì alla programmazione economico finanziaria

Consiglio Regionale delle Liguria

[thumb:5305:l]Regione. E’ stata approvata dal Consiglio regionale la proposta di delibera “Documento di programmazione economico-finanziaria regionale per gli anni 2010-2012” (Dpefr), con 21 voti favorevoli (centrosinistra e Udc) e 7 contrari (centrodestra). Con riferimento alle prospettive finanziarie della Regione Liguria, il Dpefr, che è un documento che ha lo scopo di programmare gli interventi e le manovre finanziarie della Regione, analizza, in primo luogo, la politica di indebitamento della Regione Liguria sottolineando come il tasso di indebitamento rapportato alla popolazione ligure si collochi sotto la media delle altre Regioni e prospettando la possibilità che, nel 2010, l’Ente possa ancora beneficiare dell’andamento positivo dei tassi di mercato ottenendo economie sugli oneri di ammortamento tali da incidere positivamente sulla capacità di indebitamento futura. L’indebitamento presenta, tra l’altro, costi molto controllabili grazie al ricorso preponderante ai tassi fissi.

Il Dpefr evidenzia, infine, come la finanza locale, rispetto ad uno scenario di sensibile deterioramento dei conti pubblici, presenti significativi fattori di resistenza alla crisi economica: i Comuni, in particolare, a partire dal 2004, hanno migliorato i propri saldi di bilancio e hanno ridotto i propri disavanzi confermandosi, pertanto, nel confronto con gli altri livelli di governo, un comparto allineato al conseguimento degli obiettivi di risanamento dei conti pubblici. Per quanto attiene lo scenario macroeconomico regionale, il Dpefr sottolinea come il modello di sviluppo locale ligure abbia retto abbastanza bene agli urti del ciclo economico nazionale e internazionale grazie al fatto che i settori più colpiti nell’immediato dalla crisi non sono “trainanti” nell’economica ligure. La maggiore presenza, rispetto ad altre Regioni, di ultra sessantacinquenni e l’incidenza di addetti al pubblico impiego ha garantito più stabilità del reddito e contenuto, pertanto, le conseguenze negative della crisi. delle possibilità per le Regioni di erogare prestazioni sociali. Tuttavia la crisi comporta un aumento dei disoccupati e una caduta tendenziale del gettito fiscale a partire dal 2010: ne risentirà, in particolare l’Irap, con un rallentamento molto forte del gettito fiscale dell’imposta. Per quanto riguarda il federalismo fiscale, il Dpefr si sofferma sulle scelte fondamentali operate con la legge n. 42 del 2009: quest’ultima attribuisce un ruolo centrale alle Regioni, ruolo che dovrà, tuttavia, essere declinato nei diversi decreti attuativi in attesa dei quali non risulta possibile, ad oggi, valutare gli effetti finanziari della nuova disciplina sulle Regioni stesse.

In ordine alla politica sanitaria regionale, il Dpefr ricorda che il tavolo di monitoraggio, in data 27 marzo 2009, ha valutato che la Regione Liguria per l’anno 2008, alla luce delle coperture disposte, garantisce l’equilibrio economico ed evidenzia un avanzo di gestione: tale risultato è stato raggiungo attraverso il ricorso a risorse di bilancio e all’aumento in modo selettivo delle aliquote fiscali per addizionale all’Irpef e per Irap, oltre che alla razionalizzazione e riorganizzazione del sistema sanitario regionale. Tuttavia il documento ricorda che l’approvazione della legge 42 ha aperto una fase istituzionale molto delicata per le Regioni: nell’immediato, per la sostenibilità del sistema sanitario regionale e, nel futuro, per il modello di welfare e di coesione sociale dell’intero Paese. In particolare, il riparto delle risorse si baserà, in futuro, sui costi standard, strettamente collegati con il fabbisogno standard allo scopo di riequilibrare e contenere i costi, coperti da tributi regionali, con partecipazioni e trasferimenti perequativi. In questo nuovo contesto, la Regione Liguria si inserisce con un sistema sanitario regionale già oggetto dal 2007 di intenso monitoraggio, contenimento e controllo della spesa, che ha consentito di innescare processi virtuosi di riqualificazione e riorganizzazione dell’intero sistema per il rispetto degli impegni, anche stringenti, assunti con il Governo.

Nella relazione di maggioranza Moreno Veschi (Pd) ha commentato: “Il Dpefr 2010-2012 rappresenta una sintesi dello stato attuale e uno strumento di riferimento. La crisi, soprattutto in una realtà economica come quella Ligure, basata sugli ordinativi, ha avuto conseguenze sull’occupazione. Il dibattito nel centrodestra a livello nazionale è incentrato su un problema che doveva essere affrontato prima: provvedimenti a difesa dei redditi e per garantire le piccole e medie imprese. Diminuire l’Irap senza indicare alternative per coprire le spese della sanità è insostenibile. All’opposizione il fatto che abbiamo risanato i conti della sanità, come certificato dal tavolo di monitoraggio del ministero, non va proprio giù. La Liguria è la Regione italiana che ha portato avanti con più coerenza un piano di rientro”. Immediata la replica di Luigi Morgillo (Pdl) che ha detto: “La maggioranza si è specializzata a taroccare i dati, presentandoli aggregati in maniera non omogenea, e a raccontare bugie. Si tratta di un documento datato: quando si parla di scenari catastrofici nell’economia ligure, avete cercato i dati più negativi, poi smentiti anche dalla Banca d’Italia. Il Dpef non è credibile. In campagna elettorale l’opposizione dovrebbe stare zitta e far parlare la maggioranza, perché dice cose talmente false da fare autogol. Quando qualcosa non va bene, il centrosinistra cita le medie nazionali: dire che la Liguria è nella media dell’indebitamento, ad esempio, significa dire che siamo allineati anche con Regioni come la Campania. Critico il metodo, che in questo caso è anche sostanza, perché dal Dpef discendono poi finanziaria e bilancio regionale. Con la legge 15/2002 nel Dpef dovevano essere inseriti anche gli obiettivi programmatici, cosa che qui non viene fatta. All’interno del documento ci sono incongruenze di dati, come sul costo del personale che dal 2006 al 2008 ha avuto un incremento di 30 milioni rispetto al risparmio di 21 milioni ventilato nella parte iniziale del documento. Nel documento si legge che dal prossimo esercizio la capacità di indebitamento della Regione sarà ridotta a zero, mentre dal 2005 a oggi l’indebitamento è passato da 401 milioni a 804 milioni di euro. Non mi scandalizzo del fatto che la Liguria sia indebitata, ma del fatto che questo impegno non abbia prodotto alcun effetto: non sono state costruite nuove infrastrutture, né nuovi ospedali. In compenso sono aumentati l’accisa sulla benzina, il bollo auto, l’irap, l’ire e le tasse universitarie. È raddoppiato l’indebitamento, nel 2009 la sanità avrà 240 milioni di buco, le tasse sono aumentate: Pittaluga è solo un bravo prestigiatore”.

Matteo Marcenaro ha poi osservato: “Nel Dpef trovo tasse che prima non c’erano: l’addizionale sul gas, l’addizionale sulla benzina, imposte come l’Irap che vanno a colpire le imprese che danno lavoro. L’onere per le fughe dalle Asl liguri nel 2008 è arrivato a 34 milioni di euro, per il 2009 si prevedono 40 milioni di euro perché la riforma che ha fatto il centro sinistra non è per nulla apprezzata dai cittadini liguri. Il deficit sanitario è passato da 108 milioni del 2007 a 111 del 2008 con un trend pericolosamente in crescita. Le risorse proprie della Regione sono scese”. Vincenzo Nesci (Partito della Rifondazione comunista – Sinistra europea) ha aggiunto: “Il ragionamento sulle tasse è viziato da un problema di fondo: l’evasione e l’elusione fiscale sono enormi: siamo intorno al 13 per cento del Pil. Negli altri paesi è sotto il 5%. Per valutare il peso di questo onere che pesa sulla collettività basti un dato: l’intero finanziamento della sanità è del 6% del Pil: meno della metà dell’evasione. Nella prossima legislatura occorrerà un intervento forte sull’economia da parte del pubblico a sostegno del reddito”.

L’assessore alle Risorse umane, finanziarie Giovanni Battista Pittaluga ha replicato: “Sul problema della congiuntura le visioni degli economisti sono molto divergenti incerte e complesse. Una cosa è certa: l’ Irap, in presenza di una evasione fiscale elevata, consente di riequilibrare il peso troppo grande dell’Irpef sui redditi bassi: del resto sono molti i paesi che hanno imposte del genere. Per quanto riguarda il piano di rientro, le tasse regionali eccetera: noi siamo stati costretti ad introdurli perché avevamo ereditato dalla Giunta Biasotti un disavanzo superiore al 7% delle risorse. Siamo stati obbligati a fare un piano di rientro, non avevamo scelta: se non coprivamo il deficit con le tasse saremmo stati messi in mora dal Governo. Tuttavia l’operazione rientro è riuscita le tasse le abbiamo tolte e la recessione è stata avvertita meno in Liguria che in altre regioni. L’indebitamento, 384 milioni di euro, è inferiore a quello raggiunto dalla amministrazione precedente che aveva toccato il tetto dei 591 milioni di debiti. Il discorso al credito, se è controllato e diretto a produrre investimenti, fa parte di una corretta politica economica: accelerare gli investimenti all’inizio del ciclo amministrativo e rallentare alla fine. Il processo di risanamento della sanità non è compiuto e necessiterà di passi ulteriori nella prossima legislatura, e non poteva che essere così perché raggiungere un equilibrio in questo campo è difficile e socialmente costoso. E’ quindi necessario procedere con gradualità”.

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