Economia

Regione, restauratori 500 posti a rischio: manifestazione in Consiglio

Regione Liguria piazza De Ferrari

[thumb:1687:l]Regione. Stamattina durante la seduta del Consiglio regionale i restauratori liguri hanno manifestato per dire no al Decreto 53/2009, approvato dal ministero dei Beni culturali, che regolamenta le modalità per essere qualificati “Restauratori di beni culturali”. Una norma nazionale che, secondo i lavoratori, rischia di far chiudere l’attività a 500 restauratori nella nostra regione. I lavoratori hanno chiesto e ottenuto un incontro con i capigruppo e la Giunta regionale. Dall’incontro è uscito l’ordine del giorno, primo firmatario Ubaldo Benvenuti (Pd) e sottoscritto da consiglieri di maggioranza e minoranza, che poi è stato approvato all’unanimità dal Consiglio regionale. L’odg impegna il presidente e la Giunta regionale “ad operare nei confronti del Governo, perché venga sospesa l’applicazione dei provvedimenti adottati, e si apra un tavolo di confronto con i rappresentanti dei restauratori affinché attraverso modifiche ai provvedimenti siano garantite insieme qualificazione, professionalità e tutela dell’occupazione”.

Nel documento si sottolinea che le misure varate a livello nazionale, se applicate, produrrebbero l’esclusione della maggior parte dei restauratori dell’accesso al titolo, depauperando il settore della forza lavoro oggi attiva e cancellando in un colpo solo un’intera generazione di restauratori, con l’ulteriore aggravio di non permettere più l’indispensabile trasmissione del saper fare, fondamentale nel mestiere del restauratore. Durante l’incontro Stella Sanguinetti, presidente regionale della Cna Unione artistico tradizionale, ha illustrato a consiglieri di maggioranza e minoranza e assessori il perché dello stato di agitazione: “Stiamo parlando del Codice dei Beni culturali, inattuato fino ad oggi. Il Decreto attuativo del marzo 2009, e le successive circolari, dispone che sarà abilitato direttamente solo chi è abilitato presso le tre uniche scuole statali, ovvero l’Opificio delle pietre dure di Firenze, l’Istituto centrale di restauro di Roma e la Venaria reale di Torino. I titoli universitari quinquennali stanno cominciando solo ora i corsi abilitanti, e tutte le scuole regionali che hanno formato restauratori in questi anni non sono più sufficienti. Per loro occorre integrare con certificazioni che documentano il lavoro fatto sui beni pubblici prima del 2001. Le certificazioni dal 2001 in poi non vanno bene. In alternativa bisogna sostenere un esame a quiz unico e irripetibile. Chiediamo al Consiglio regionale d’intervenire presso il Ministero allo scopo di riaprire il tavolo delle trattative sull’attuazione della normativa”.

Alla riunione hanno partecipato per il Consiglio regionale, Nicola Abbundo (Moderati per il Pdl), Ubaldo Benvenuti (Partirto Democratico), Luigi Cola (Partito Democratico), Giacomo Conti (Rifondazione Comunista), Gino Garibaldi (Forza Italia), Matteo Marcenaro (Moderati per il Pdl), Carlo Vasconi (Verdi), Moreno Veschi (Partito Democratico), e per la Giunta regionale gli assessori allo Sviluppo Economico, Renzo Guccinelli, e all’Ambiente, Franco Zunino.

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