Politica

Regione, crocifisso: mozione del centro destra approvata

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[thumb:15011:l]Regione. Il Consiglio regionale, durante la seduta di questa mattina, ha discusso e e approvato la mozione del centro destra sul Crocefisso. Il documento, di cui il capogruppo del Pdl in Regione Gabriele Saldo era il primo firmatario, è stato approvato benchè i consiglieri regionali Ronzitti, Bianchi, Castè, Nesci e Miceli abbiano espresso voto contrario. Con la mozione nel dispositivo finale si chiede alla Giunta Regionale di farsi promotore, in sede di Conferenza Stato-regioni, di una forte posizione delle Regioni a sostegno delle iniziative che il Governo ha adottato e intenda adottare perché sia mantenuta la presenza del crocefisso nelle aule scolastiche italiane ed in particolare liguri.

“La decisione della Corte europea di bandire i crocifissi dalle scuole suona come una provocazione. Nessuno può toglierci le nostre tradizioni. Eliminare il crocefisso vuole dire cancellare la nostra identità cristiana, la nostra storia, le nostre radici” ha spiegato Saldo che poi ha precisato: “Anche la Bandiera dell’Europa ha un significato religioso: le 12 stelle sul fondo blu simboleggiano l’immagine della Madonna propria del dodicesimo capitolo dell’Apocalisse. Il crocefisso non ostacola la libertà religiosa: vietarne l’esposizione significa rinnegare le origini cristiane del continente e dell’Europa”.

In aula ad intervenire anche il Consigliere del Pdl Matteo Rosso che ha affermato: “Oggi dalle scuole, domani dalle piazze dopodomani dalle case e magari un giorno ci chiederanno a chi lo porta di togliersi il rosario dal collo. Questa decisione della Corte Europea ci ha lasciati tutti basiti e meravigliati, in negativo, è impensabile rinnegare le radici storiche e culturali del nostro popolo e della nostra Nazione”.

L’esponente del Pdl Gino Garibaldi, in dichiarazione di voto, ha rimarcato il valore storico del crocefisso ed il fatto che “con la parvenza di tutelare un principio l’eguale diritto dei cittadini a coltivare le proprie fedi, in realtà si proclama un veto. Il veto che nega a una nazione, nel caso nostro la nostra, la libertà non solo di definire la sua identità come vuole, ma perfino il modo in cui farla conoscere e riconoscere”. Infine c’è stato l’intervento del Consigliere regionale Roberta Gasco: “Il crocefisso infatti è la nostra identità: un qualcosa con cui siamo nati, cresciuti e che da sempre ci accompagna nella nostra vita”. La Gasco poi ha citato il Cardinal Tettamanzi “rifiutare questi segni significa evadere dalla realtà storica concreta” sposando una visione miope che non vede che “non c’è libertà dove non c’è conoscenza” anche dei simboli religiosi e ha lanciato una provocazione: “A questo proposito provocatoriamente vorrei farvi notare che se la signora Lautsi decidesse di tornare in Finlandia, dovrebbe chiedere al suo Paese natale di cambiare la bandiera nazionale, dove come è noto figura una croce”.

Molto soddisfatto della decisione anche il consigliere del Pdl Plinio che ha commentato: “E’ assai importante che la nostra posizione di sostegno al ricorso governativo contro la sentenza della Corte europea sia risultata vincente nel Consiglio Regionale della Liguria. Puerile e fazioso è stato il comportamento del Pd che, prima fotocopia il nostro documento, e poi vota esclusivamente il suo che dice le stesse cose. Registriamo, inoltre, come i gruppi della sinistra radicale abbiano preso le distanze anche dalla risoluzione del PD dichiarandosi favorevoli alla rimozione dei crocefissi. Ancora una volta la maggioranza che sostiene Burlando, non appena si affrontano temi eticamente sensibili o inerenti i Valori, si divide platealmente: lo tengano presente i liguri soprattutto quelli di estrazione cattolica al momento del voto”.

In aula tra il pubblico c’era anche un gruppo di giovani del Pdl, che indossavano una maglietta con stampato un enorme crocefisso e sotto una scritta “No la nostra identità non si tocca”. Questi hanno portato avanti con la loro presenza una protesta tanto silenziosa quanto assordante, compita e pacifica, senza urla e schiamazzi. Una testimonianza che sono proprio e per primi i giovani a volere che il crocefisso non venga tolto dalle aule scolastiche.

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