Fondi Ue, Burlando: “Giusti i controlli ma fiducia nei miei collaboratori”

Burlando

[thumb:2790:l]Regione. Tiene banco la questione dell’inchiesta della Procura di Genova su presunte tangenti per i Fondi europei che ha portato ad una serie di controlli, come la perquisizione dell’ufficio dell’assessore regionale all’Agricoltura Giancarlo Cassini. Accertamenti che il Presidente della Regione Liguria approva, senza però rinunciare a difendere il “suo” collaboratore.

Non solo: il Governatore smentisce la voce secondo cui avrebbe chiesto di essere sentito in Procura, annuncia che sarà “rigoroso” nel caso in cui dovessero emergere illeciti e concorda con Gianni Plinio del Pdl che vuole la costituzione di una commissione d’inchiesta del Consiglio regionale sulla distribuzione dei fondi Ue agli enti locali perché, dice, “é giusto fare un lavoro rapido e approfondito con i Comuni e gli altri enti, che non devono sentirsi sotto accusa, per dare un segnale di grande tranquillità e garantire che i fondi europei vengano investiti nel migliore dei modi”.

“Finora – ha proseguito Burlando – sembra che l’indagine non abbia individuato scorrettezze nell’ambito dell’iter istituzionale: non ci sono indagati nella commissione regionale che assegna i fondi agli enti locali”. Burlando ha rivelato che dall’ufficio dell’assessore all’ agricoltura Giancarlo Cassini, perquisito lunedì dopo la presentazione di un avviso di garanzia, “sono stati portati via atti ufficiali, protocollati in entrata e in uscita. Deduco che al massimo ci possono essere stati degli errori in buonafede”. “Se l’assessore volesse fare un passo indietro per potersi difendere meglio sarebbe una scelta sua – ha detto oggi il presidente – ma io non posso prendere in considerazione delle dimissioni prima di sapere se e in che cosa è coinvolto. Non ho mai avuto alcun dubbio su di lui in quattro anni di lavoro”.

“Visto anche quanto successo in altre inchieste con politici dimessi e poi prosciolti in istruttoria è meglio essere cauti – ha aggiunto il presidente Burlando -. Nessuna delle persone indagate ha ricevuto finora dei provvedimenti restrittivi né delle contestazioni specifiche. L’indagine mi sembra molto prudente e ponderata, del resto è meglio che sia stata chiusa la porta prima che i buoi fossero scappati. Neppure un euro è infatti ancora stato erogato”.

E, a proposito dell’influenza negativa che l’inchiesta potrebbe avere sulla campagna elettorale per le regionali precisa: “Io non penso a una giustizia a orologeria, né all’esistenza di toghe rosse o toghe nere, tutto quello che Berlusconi pensa della magistratura io non lo penso. Semmai credo che la magistratura abbia l’obbligo di indagare e personalmente ho preferito sapere ora che forse i fondi erano a rischio invece di scoprirlo magari quando era già stati assegnati”. Sulla eventualità che alcune candidature possano essere “bruciate” dall’inchiesta, il presidente della Regione ha risposto che “le liste le fanno i partiti non le faccio io. Per quanto riguarda le persone coinvolte nella mia giunta mi sembra giusto aspettare e capire meglio.

Stiamo attenti a non ammazzare le persone. In Regione ci siamo comportati in modi diversi a seconda delle situazioni”. Nel primo “alcuni nostri funzionari sono stati indagati per la vicenda Stoppani e dopo un certo tempo il pm ha detto che non era il caso di andare avanti perché c’era la prescrizione. I funzionari hanno invece chiesto un giudizio di merito e hanno ottenuto l’assoluzione piena. Noi abbiamo seguito internamente lo sviluppo ma non siamo intervenuti. In un altro caso, quello degli esami del sangue e delle provette che ha coinvolto personale dell’Ospedale San Martino – ha detto ancora Burlando – abbiamo concordato con il direttore generale che visti i fatti emersi già nella prima fase dell’inchiesta era necessario prendere provvedimenti specifici”.

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