Politica

Finale, Consiglio comunale dedicato al tema dell’acqua

acquedotto

[thumb:712:l]Finale Ligure. I consiglieri di minoranza Simona Simonetti, Matteo Piccardi e Delia Venerucci hanno cercato di portare avanti la “battaglia” dell’acqua nel Consiglio comunale di Finale fin dalle prime battute. Adesso, grazie anche al loro lavoro, si potrà dibattere sul tema dell’acqua pubblica o privata in modo ampio e partecipato perché, come deliberato dalla conferenza dei capigruppo, sull’argomento si terrà un Consiglio comunale completamente dedicato il 25 Novembre alle ore 18.

Su proposta della minoranza nel consiglio saranno ammessi due esperti in rappresentanza dei cittadini che potranno esprimere il parere della collettività. Dal punto di vista procedurale per poter dare la parola a persone esterne si sospenderà il consiglio che poi proseguirà con le argomentazioni dei consiglieri e con il voto. “Crediamo che sia estremamente importante che sull’acqua i cittadini possano avere voce in capitolo. Pertanto invitiamo tutti i Finalesi a partecipare responsabilmente a questo consiglio comunale e a firmare la petizione ‘appesi ad un filo d’acqua’. L’acqua rappresenta un bene veramente prezioso e pertanto crediamo che la sua gestione debba essere pubblica e oculata nella piena consapevolezza della sua importanza al fine di preservarne la buona qualità, incentivarne il risparmio e non trasformarla in un bene soggetto alle leggi del mercato” spiegano Simonetti, Piccardi e Venerucci.

“All’ordine del giorno vi sarà la modifica dello statuto comunale proposta dai consiglieri di minoranza che propone di dichiarare “l’acqua potabile come un bene comune ed un diritto umano universale e pertanto ritiene il servizio idrico un servizio privo di rilevanza economica da gestire in forma pubblica con la partecipazione delle comunità locali”. Il decreto approvato dal parlamento con la fiducia (D.L. 135/09, Art. 15) obbliga di fatto gli Ato, che devono essere costituiti entro fine 2009, ad essere a maggioranza privati, sottrae all’obbligo della privatizzazione solo i beni “non di rilevanza economica”: è questo il motivo per cui ci stiamo battendo per inserire questa dichiarazione nello Statuto” aggiungono i tre consiglieri di minoranza.

“Lo scippo dell’acqua operato dal governo con un provvedimento votato senza discussione parlamentare con il ricorso al voto di fiducia è sbagliato nel merito e nel metodo. Siamo contenti che a Finale si sia potuto scegliere un metodo diverso, accettando anche la partecipazione dei cittadini. Speriamo che nel merito i consiglieri del comune di Finale potranno fare una scelta sganciata da logiche di appartenenza politica ribadendo l’importanza della gestione pubblica dell’acqua” concludono Simona Simonetti, Matteo Piccardi e Delia Venerucci.

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