Politica

Crocifisso, tutti d’accordo: simbolo da difendere

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[thumb:15011:l]Savona. Ormai è abbastanza evidente, la sentenza della Corte Europea dei Diritti con la quale è riconosciuta la contrarietà dell’esposizione del crocifisso in classe, ha scatenato un vero e proprio pandemonio. Continuano infatti ad arrivare, da più fronti e indipendentemente dal credo politico, cori di voci sdegnate per questa decisione. Ultimi ad esternare la loro amarezza, da Palazzo Nervi, Angelo Vaccarezza e l’assessore Pietro Santi. “Ho ricevuto martedì scorso la notizia e ne ho appreso le determine con immensa amarezza – ha detto il Presidente della Provincia -. La presenza del crocifisso in classe non significa solo adesione al cattolicesimo, ma è il simbolo della nostra tradizione. Il crocifisso è un patrimonio civile di tutti gli italiani, perchè è il segno dell’identità cristiana dell’Italia e anche dell’Europa. E’ un simbolo che, oltre al valore intrinseco, rappresenta la nostra storia, la nostra cultura e la nostra essenza più pura di Italiani. Cancellare i simboli vuol dire cancellare una parte di noi stessi, negare i presupposti stessi su cui si è fondata l’evoluzione della nostra vita. Sottolineare la laicità delle istituzioni è un passaggio ben diverso da questo, volto, a mio parere, alla completa negazione del cristianesimo. E’ un errore drammatico fare dell’Europa uno spazio vuoto di simboli, di tradizioni, di cultura”.

“Si tratta di una decisione miope e profondamente sbagliata che pensa di favorire e tutelare l’integrazione di culture, religioni, abitudini semplicemente cancellando le diverse identità. Non è annullando la storia, le tradizioni, gli usi e i costumi che si giungerà all’integrazione dei popoli. Al contrario, questo sarà possibile solo affermando e riconoscendo la propria identità nel rispetto delle peculiari diversità” ha concluso vaccarezza. “Si tratta di un’interferenza pesante – ha affermato l’Assessore Pietro Santi -. Sono perplesso sembra che si voglia cancellare, con l’eliminazione di un simbolo fondamentale della nostra cultura, il ruolo del cristianesimo nella formazione dell’identità europea, che invece è stato e rimane essenziale. Confido nel ricorso annunciato dal governo italiano contro la sentenza di
Strasburgo affinchè questa sentenza venga cancellata e resti solo come il pallido ricordo di un errore commesso dalla Corte Europea”.

Anche Eraldo Ciangherotti presindente della Federvita Liguria giudica fuoriluogo la sentenza: “La decisione dei ‘sette giudici del crocifisso’ è senza dubbio un cedimento clamoroso ed evidente al tentativo di far sparire la fede dalla vita delle persone e della socetà civile. E’ fuori luogo però l’accostamento di questa sentenza sconcertante della Corte europea a valutazioni di tipo razziale. Qui l’Islam, come le altre religioni, non c’entra nulla, perchè nessuna religione ha come obiettivo quello di cancellare il cristianesimo. Qui invece entrano in azione altri ‘poteri forti’ che vorrebbero anestetizzare la sensibilità di chi nella religione cristiana identifica la propria appartenenza culturale. La Chiesa cattolica bene ha fatto a reagire esprimendo il giudizio di ‘una visione amara miope ed ideologica’, ma adesso bisogna insieme lavorare tutti per un’azione di testimonianza ‘nazionale’, che protegga la nostra identità, la fede dei credenti e la laicità dei non credenti”.

Sdegnati sono anche i consiglieri regionali del Pdl Luigi Morgillo e Gabriele Saldo che annuncia la presentazione di una mozione urgente di tutto il Pdl e dichiara: “Non possiamo fare altro che esprimere la nostra completa indignazione verso questa decisione ‘aberrante’. Nessuno può toglierci le nostre tradizioni e la presenza del crocefisso in classe è un simbolo della nostra tradizione.” “Una decisione inaccettabile – continuano i due esponenti del Pdl -. Il Crocefisso è un simbolo che fa parte della nostra cultura e non è offensivo per nessuno. Il volerlo togliere a tutti i costi rappresenta una totale mancanza di rispetto verso la cultura e tradizione italiana, vers

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