Centenario Futurismo: al Chiabrera in scena “Zang Tumb Tumb”

[thumb:12607:l]Savona. Per celebrare il centenario del Futurismo, domenica alle 16, al Teatro Chiabrera di Savona andrà in scena lo spettacolo “Zang Tumb Tumb”. La rappresentazione è presentata dall’Officina Teatrale Madness per la regia, drammaturgia e colonna sonora di Daniela Balestra e con scenografia di Maria Rosa Varaldo e Carla Sorasio e coreografie di Giovanna Cargioli.

Lo spettacolo, che rientra nella programmazione promossa dal Comitato per le Celebrazioni del Centenario del Futusimo, nasce dall’idea di far conoscere il movimento futurista, di cui questo anno si celebra il primo secolo di vita, rilanciando gli elementi di attualità e modernità che lo caratterizzano e valorizzando il suo messaggio artistico. L’elaborazione di forme espressive non conformiste, l’uso delle parole in libertà che orchestrano i colori, i rumori e i suoni, le musiche le scenografie portano a far rivivere sul palcoscenico il mito della velocità e del dinamismo, il trionfo della macchina, l’elettricità, della grande industria e del progresso, la visione di un uomo fortemente proiettato nel futuro, in un futuro inteso come conquista. La guerra porrà fine non solo al movimento, ma anche ai sogni ed alla vita di milioni di persone.

Lo spettacolo si è distinto nelle rassegne Teatro-Scuola di Borgio Verezzi e Migliarino-Ferrara dove è stato giudicato un lavoro teatrale dal movimento fluido ed energico dei corpi e voci in continua evoluzione: suoni che sono voci e voci che diventano suoni, elementi scenici che si compongono, scompongono trasformandosi, dando un’immediata, chiara e comprensibile lettura dei cardini del movimento futurista: mai tempi morti, ma un veloce susseguirsi di quadri completi e finiti e, contemporaneamente amalgamati e uniti fra loro in modo coerente. Una grande forza espressiva sottolinea e fa emergere una vitalità della recitazione, nella quale il futurismo viene rivisto e riletto con la coscienza dei tempi e delle capacità che le ragazze e i ragazzi dimostrano in relazione allo spazio: tale coscienza diventa forza drammaturgica che rende i corpi parlanti, totalmente coinvolti in una vera e propria energia scenica. Buona prova recitativa di tutto il gruppo, ben coeso e puntuale. Un caos gestito e coordinato da una precisa operazione registica che ha sottolineato come quelli furono anche gli anni del secondo conflitto mondiale: allora il movimento lascia spazio alla parola e la musica denuncia le atrocità della guerra lasciandoci, comunque, con un messaggio di speranza.

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