Politica

Regionali, legge elettorale con sbarramento al 4%: dibattito in consiglio

Elezioni

[thumb:12660:l]Regione. La modifica alla legge elettorale regionale ha tenuto banco nella seduta odierna del consiglio regionale. Al centro del dibattito la mozione sul previsto sbarramento del 4% inserito nella nuova legge in discussione alla Camera. Il documento, presentato dal consigliere del PdCI Vincenzo Nesci Rifondazione Comunista – Sinistra europea, è stato firmato anche dai consiglieri Moreno Veschi (Partito Democratico), Luigi Patrone (capogruppo Udc), Tirreno Bianchi (Partito dei Comunisti italiani) e Carlo Vasconi (Verdi). I firmatari chiedono un impegno diretto del presidente Burlando a intraprendere ogni iniziativa politica nei confronti della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati affinché respinga la proposta di legge in oggetto, in quanto giudicata materia di competenza concorrente con la Regione.

La mozione verrà inoltrata anche ai capigruppo delle forze politiche in Parlamento, ai componenti della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, ai Presidenti Anci ed Upi, al Presidente della Conferenza delle Regioni. “Abbiamo pensato a questa iniziativa – ha detto Nesci – con l’auspicio di una larga condivisione: dovendo affrontare le elezioni regionali fra qualche mese sarebbe opportuno che ci fosse piena e concreta autonomia delle Regioni. L’intervento nazionale rappresenta quindi un improprio e illegittimo tentativo di introdurre norme di sbarramento al 4% anche nei Consigli regionali. È un atto assai grave di lesione dell’autonomia che l’art. 122 della Costituzione assegna alle Regioni”.

Di parere opposto gli esponenti del Pdl che accusano la Sinistra di partitocrazia e di non fare i reali interessi dei cittadini garantendo così la frammentazione degli schieramenti politici e la conseguente impossibilità di governare gli enti così composti. “Una frammentazione della maggioranza – affermano i consiglieri Gabriele Saldo e Gino Garibaldi (Forza Italia verso il Popolo della Libertà) – che mette sotto scacco chi ha il mandato ed il dovere di governare”.

“Purtroppo avremmo dovuto già da tempo produrre una nostra legge elettorale: noi del Pdl abbiamo messo nero su bianco come la pensiamo. La maggioranza di Burlando, schiava di Rifondazione Comunista e dei Verdi perde tempo a dibattere su mozioni che non sono altro che espressioni di contrarietà a provvedimenti che sono ancora in itinere ma che fondamentalmente – dicono ancora Saldo e Garibaldi – rappresentano le linee di indirizzo già messe in pratica in altre regioni italiane, dove è stata approvata la legge elettorale regionale con l’inserimento dello sbarramento, e che rappresentano le istanze provenienti dalla maggioranza degli italiani”.

“Prendiamo atto che la responsabilità della mancanza di una legge elettorale anche in Liguria è tutta colpa di Burlando che ha contrattato i posti del listino con i partiti minori, rimangiandosi di fatto – concludono i due consiglieri regionali – le prime dichiarazioni d’intenti positive sull’eliminazione del listino, la cui sopravvivenza grida vendetta, e l’inserimento dello sbarramento”.

La mozione illustrata verrà votata nel corso della seduta in programma per domani.

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