Regionali, legge elettorale con sbarramento al 4%: consiglio approva mozione

Elezioni - comunale

[thumb:12663:l]Regione. E’ stata approvata la mozione sulla legge elettorale per le regionali. Con venti voti favorevoli e dieci contrari il documento, presentato dal consigliere Vincenzo Nesci Rifondazione Comunista-Sinistra europea, firmato anche dai consiglieri Moreno Veschi (Partito Democratico), Luigi Patrone (capogruppo Udc), Tirreno Bianchi (Partito dei Comunisti italiani) e Carlo Vasconi (Verdi) ha superato l’esame in Giunta regionale. Adesso quindi il presidente Burlando si impegnerà ad intraprendere ogni iniziativa politica nei confronti della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati affinché respinga la proposta di legge in oggetto, in quanto giudicata materia di competenza concorrente con la Regione.

Il dibattito sull’argomento aveva già tenuto banco nella seduta di ieri del Consiglio regionale quando Nesci aveva definito il progetto di legge nazionale attualmente all’esame della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati che vuole introdurre norme di sbarramento al 4% anche nei consigli regionali un “intervento improprio e illegittimo”. L’esponente di Rifondazione aveva ricordato che in Liguria è in corso una discussione con tre diverse proposte di legge: “Lo sbarramento vuole eliminare le diversità che però esistono e sono vive nel Paese: per questo è un’idea antidemocratica del centrodestra per cui ciò che non sta in parametri ben definiti deve essere cancellato. La proposta di legge 2669 non giova affatto alla stabilità delle Giunte in quanto le attuali leggi elettorali assicurano tutte consistenti premi di maggioranza che non consentono alle forze politiche minori di determinare la caduta degli esecutivi, ne sia prova il fatto che negli ultimi cinque anni nessuna Giunta regionale è stata sfiduciata. Lo sbarramento al 4%, come per le elezioni europee, intacca il pluralismo democratico e limita la rappresentanza di milioni di persone che non si riconoscono nelle attuali forze politiche presenti in Parlamento”.

Di parere decisamente diverso l’esponente del Pdl Gianni Plinio: “Quelli di Rifondazione sono bizantinismi. Le Regioni si comportano in maniera molto diversa sullo sbarramento, quindi la proposta Calderisi mira a uniformare la realtà italiana. Ci sembra ragionevole che una legge statale possa imporre una soglia minima di accesso al 4%, già vigente per le elezioni alla Camera dei Deputati e al Parlamento europeo”.

“La legge elettorale deve essere funzionale soltanto al buon andamento dell’ente e non alle esigenze dei partiti – ha aggiunto Gabriele Saldo (Pdl) -. La democrazia è rappresentatività, ma è anche governabilità: questa legge individua uno sbarramento per limitare la frammentazione politica. Questo Paese è condizionato dalle troppe minoranze. Le proposte di legge elettorale portate avanti in Regione Liguria sono fallite e la commissione ristretta per la legge elettorale è stata chiusa senza aver trovato un accordo per una chiara scelta della maggioranza troppo frammentata al suo interno”. In linea con la mozione invece Luigi Patrone (Udc): “Senza entrare nel merito della legge se esiste un’autonomia delle Regioni sancita dalla Costituzione essa va rispettata, quindi bisogna dire no alla proposta nazionale che viola l’autonomia del Consiglio regionale”.

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