Economia

Provincia, imprese: crescita in stallo

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[thumb:441:l]Provincia. La riprova che la ripresa dell’economia della provincia avverrà, come peraltro in passato, a tempi più lunghi rispetto ad altre realtà italiane, viene oggi dall’esame dei dati del Registro delle ditte e delle società relativo al terzo trimestre del 2009. Savona, che alla fine di settembre dell’anno in corso denunciava complessivamente 32.325 imprese, con un saldo calcolato sulle 22 unità in più rispetto a giugno, ha denunciato un tasso di crescita dello 0,07 per cento, collocandosi al 94 posto nella classifica delle province del Paese. Certamente migliore la situazione di Imperia (+0,53%), di La Spezia (+0,38) e di Genova (+0,19%), sicchè la Liguria che conta in totale 166.404 ditte e società registra un saldo nel III trimestre 2009 di 413 unità che corrispondono ad un tasso di crescita dello 0,25 per cento. Calma apparente, peraltro, in Italia all’anagrafe delle imprese nel terzo trimestre del 2009. Il bilancio demografico dei mesi estivi fra le imprese nate tra luglio e settembre (79.488) e quelle che contemporaneamente hanno dichiarato la cessazione delle attività (61.314), si chiude con un saldo attivo pari a 18.174 unità, di poco inferiore al risultato dello scorso anno. Il sistema delle imprese italiane raggiunge così una dimensione pari a 6.095.097 imprese. Il tasso di crescita del periodo (+0,3%) è il risultato di un volume di iscrizioni più basso rispetto allo stesso periodo del 2008 (-995 unità) e ad un volume di cessazioni più alto (1.184 unità). Solo nel III trimestre del 2007 il tasso di crescita risultò inferiore (+0,25%).
Il risultato positivo si spiega con l’aumento delle società di capitale (che fanno registrare un tasso di crescita quasi triplo rispetto a quello medio nazionale); la tenuta in valori assoluti del settore commerciale; la prolungata fase espansiva delle attività di servizio alle imprese (che da sola spiega circa un quarto del saldo trimestrale); l’apporto delle ditte individuali costituite da immigrati che con il saldo delle loro imprese, pari a 2.640 unità (8.932 le nuove iscritte e 6.084 le cessate nel trimestre), hanno contribuito a determinare il 69,36% del saldo complessivo delle ditte individuali.

Questi i dati principali relativi al III trimestre dell’anno diffusi oggi da Unioncamere sulla base di Movimprese, la rilevazione condotta da InfoCamere a partire dai dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio. “La sintesi che si può dare di questi dati – ha detto il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – è che le imprese italiane stanno resistendo al prolungarsi della crisi mettendo in campo tutte le proprie risorse. E’ un segnale di tenuta, certamente importante che conferma la qualità e il coraggio dei nostri imprenditori e richiama tutte le istituzioni a fare la loro parte. Non dobbiamo però nasconderci le grandi dfficoltà in cui si trovano tantissime piccole imprese, prima fra tutte quella sul versante del credito che mette a rischio investimenti e posti di lavoro. Il momento della verità – ha aggiunto Dardanello – arriverà alla fine dell’anno, quando in tanti dovranno decidere se ci sono le condizioni per andare avanti o no. Chi si è internazionalizzato sta tenendo meglio e ci sono anche molte imprese, soprattutto medie, che continuano a crescere. In forte debito di ossigeno ci sono però migliaia di piccoli imprenditori e di artigiani, soprattutto del Sud e del Nord-Est che stanno pagando più degli altri la crisi. Per sostenere queste imprese – ha concluso il presidente di Unioncamere – bisogna fare presto, perché il tempo a disposizione è davvero poco. E’ indispensabile agire su tre direttrici prioritarie: sul fronte della liquidità, attuando reali moratorie e cominciando a restituire i crediti che le imprese vantano verso la Pubblica amministrazione; su quello dell’export, sostenendo il Made in Italy; su quello dei consumi, promuovendo tutte quelle strategie che possono contribuire a rilanciare la domanda interna, a partire dalla riduzione delle tasse sul lavoro”.

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