[thumb:2813:l]Provincia. Il settore dell’abbigliamento, in provincia di Savona, ha sempre dimostrato vivacità, qualità e capacità di far fronte ai momenti di maggior difficoltà. Sebbene, in questa fase di grave crisi economica, è proprio la moda uno degli ambiti in cui la contrazione del mercato si è fatta maggiormente sentire. Anche se a Savona, da un confronto tra il giugno 2008 e 2009, sono tre in più le unità commerciali aperte, il settore moda-abbigliamento si trova ad affrontare un momento di massima difficoltà.
Secondo Franco Zino, presidente di Confesercenti e vice presidente nazionale di Fismo-Confesercenti, si parla di un calo delle vendite, rispetto al settembre dell’anno scorso, che va dal 30 al 50 per cento. “Alla generale crisi economica – ha spiegato Zino – si era aggiunto fino alla scorsa settimana il fattore clima, ossia l’inizio dell’autunno aveva sfavorito l’acquisto dei capi invernali. Per l’abbigliamento, peraltro, ha grande importanza l’aspetto emotivo: la predisposizione all’acquisto del capo è legata ad uno stato di serenità e positività, condizioni oggi inibite dalla paura della crisi più ancora che dalla crisi”. Pur ribadendo l’alto livello dei negozi savonesi, la qualità e la possibilità di trovare tutti i principali marchi del mercato, Zino si dichiara preoccupato per le difficoltà in cui versa il settore. “Prevedo per fine anno una decina di chiusure – ha continuato il presidente di Confesercenti – determinate dal rallentamento del mercato oltre che dai costi sempre più alti legati alla gestione dei negozi. Inoltre incide negativamente sul nostro settore l’apertura dei centri commerciali. Guardiamo la situazione di Savona: quando il centro commerciale Il Gabbiano era stato aperto accoglieva una quarantina di aziende savonesi che, col tempo, hanno chiuso e oggi sono rimaste in quattro. La grande distribuzione soffoca la vendita al dettaglio”.
Preoccupazione per il settore anche all’interno di Confcommercio. Qui, Umberto Torcello delinea un bilancio in negativo per quanto riguarda i saldi di fine estate. “Dopo una partenza interessante – ha detto il dirigente dell’associazione – si è verificato un calo proseguito per tutto il periodo dei saldi con un segno negativo che va dal 25 al 30 per cento rispetto al 2008”. Ma la profonda difficoltà del settore è solo figlia della crisi economica? Secondo Dario Ugo Baudino, presidente provinciale di Federmoda, “paradossalmente la recessione incide meno rispetto all’involuzione del sistema di filiera”. Che cosa significa? “Indubbiamente il dato sui cali dei consumi è reale e drammatico – ha detto Baudino – ma la causa più profonda della crisi del settore moda è da rintracciare nei mutamenti all’interno della filiera produttore, distributore, consumatore. Proprio il segmento della distribuzione, infatti, dagli anni sessanta ad oggi è profondamente mutato. La nascita e lo sviluppo della grande distribuzione hanno determinato un rapporto nuovo tra il produttore e il distributore: l’industria ha costruito strumenti, quali franchising e outlet, per vendere al dettaglio e ciò ha accorciato la filiera emarginando il negozio tradizionale”.
Baudino fa poi un’affermazione forte: “Il negozio non muore ucciso dal minor afflusso di gente, bensì dal nuovo sistema della filiera”. Quali le soluzioni, dunque? “L’economia si regola da sola – ha concluso il presidente di Federmoda – e, dopo un’implosione, la vendita al dettaglio rinascerà perché la società non può fare a meno di una rete distributiva insostituibile, unica garante della qualità e della continua ricerca. Dovrà, però, instaurarsi un nuovo rapporto con l’industria che ha prevaricato il proprio ruolo pensando di poter imporre dei diktat al venditore al dettaglio. In questo senso sono convinto che Confcommercio a livello nazionale debba avere maggior peso proprio nel rapporto con l’industria: un obiettivo che si può raggiungere solo con l’unità e la collaborazione”.
Intanto, in provincia, i negozi fanno fronte alla crisi portando avanti la politica della qualità. Se Alessandro Benvenuto, Sanpier, punta, insieme al padre e ai fratelli, sulla ricerca e sullo stretto rapporto di fiducia instaurato con il cliente, Piera Serravalle, titolare del negozio “All’eleganza” di Albenga, ricorda il valore della storia e della tradizione di un’attività. “Chi da anni opera nel settore – ha detto – ha maggiori strumenti per far fronte alla crisi. La qualità, la vastità di scelta e una politica corretta nei confronti del cliente premiano sempre. Ad esempio, noi abbiamo deciso di non fare saldi, ma preferiamo scontare i capi a clienti fidelizzati”. Della stessa opinione anche Manuel Ciciani, titolare di “Quintavenue” a Savona che aggiunge: “Sui marchi emergenti e di moda la crisi non c’è mai. L’amante del bello e della moda non rinuncia allo sfizio”.