Ciangherotti: “Serve più chiarezza sull’azione della pillola abortiva”

Ciangherotti

[thumb:13911:l]Albenga. Eraldo Ciangherotti, presidente di Federvita Liguria e del Centro Aiuto Vita Ingauno è intervenuto a proposito della RU486, la pillola abortiva e ha dichiarato: “Sulla RU486, come su ogni altra questione inerente la salute, laicità e coerenza dovrebbero essere le parole d’ordine di ogni partito politico che ha cuore il benessere della gente e in particolare la salute delle donne”.

“Impugnare l´indagine conoscitiva sulla pillola RU486 per un semplice ordine di scuderia di partito o peggio ancora per il vetero ancoraggio a ideologie oramai scadute, che già più volte in passato si sono dimostrate essere contro la libertà dell’uomo, significa voler tenere le donne all’oscuro dei rischi mortali di un farmaco, quale è la RU486; giocare di azzardo, con l’inganno, sulla pelle delle donne; accondiscendere alla potente lobby delle multinazionali farmaceutiche in cambio di chissà quale interesse personale o di partito. In poche parole vuol dire impedire la conoscenza della verità scientifica a carico della Ru486” ha proseguito il presidente di Federvita Liguria.

“È vergognoso che certi nostri politici parlamentari, soprattutto di sesso femminile, vogliano tenere gli italiani, e in particolare le donne, all’oscuro del meccanismo di azione della RU486. Non si può tacere sul fatto che le donne, che hanno fatto uso della Ru486 entro il 49° giorno, debbano attendere ben 14 giorni dalla somministrazione del farmaco prima di sottoporsi al follow-up clinico o ecografico per avere certezza dell’avvenuto aborto. Peggio ancora nascondere che, nel 5% dei casi, dopo 14 giorni dall´uso della RU486, permangano ancora all’ecografia transvaginale l’attività cardiaca dell´embrione o addirittura il sacco gestazionale, che obbligano la donna al ricorso dell’aborto chirurgico, per completare l’aborto medico, con una aumentata possibilità di complicanze, finanche mortali. Se, come già scientificamente documentato, ci sono stati oltre 20 casi di morte accertati per l´uso della pillola abortiva RU486 e se, altrettanto scientificamente, è stato dimostrato che l’aborto farmacologico è dieci volte più rischioso in mortalità rispetto all´aborto chirurgico, per quale ragione certi esponenti politici vogliono insabbiare i dati scientifici e respingere ogni indagine conoscitiva, prima di introdurre il farmaco in Italia?” ha proseguito Ciangherotti.

“Non si può giocare di interessi personali, contrari alla dignità della donna, mettendo a rischio la sua salute. Si vuol introdurre la RU486 in Italia solo per derubricare ulteriormente dalle Istituzioni l’obbligo della donna ad abortire, perché di fatto non ci si vuole fare carico di una maternità disagiata, e peggio ancora per cercare di rimpiazzare i medici non obiettori con una semplice somministrazione farmacologia. L´operato dei nostri politici di maggioranza e di minoranza al Governo dovrebbe impegnarsi ‘per’ e non ‘contro’ la vita, non soltanto dell´embrione ma anche della donna” ha concluso il presidente del Centro Aiuto Vita Ingauno.

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