Giustenice, variante al Piano paesistico: interviene il sindaco Rozzi

Ivano Rozzi

[thumb:13863:l]Giustenice. Anche il sindaco di Giustenuce, Ivano Rozzi, interviene sulla variante del Piano paesistico regionale, definita “anti-cemento” dai promotori del provvedimento. “Premesso che il nostro Comune è interessato alla nuova normativa solo in minima parte – spiega – penso si necessaria qualche riflessione, in quanto le ragioni che uniscono amministrazioni di centrodestra, centrosinistra e civiche nell’invitare la Regione ad una seria riflessione sulla questione si devono ricercare, prima che nella politica di parte, nell’inconsueta modalità di attuazione del provvedimento”.

“In primo luogo – prosegue Rozzi – l’esigenza di preservazione del territorio, il così impostato ‘sistema a cartolina’, cioè il metodo di salvaguardare scorci panoramici di pezzi di territorio, filosofia portante della decisione regionale, già tutelata dai Puc, attiva interrogativi sulle diverse caratteristiche e sensibilità ambientali dei tratti interessati che potrebbero suggerire anche soluzioni diverse”.

“Il territorio, esposto a incendi, abbandono delle colture tradizionali, ruscellamento nei periodi di forti piogge, spesso quasi inaccessibile in molti punti o raggiungibile solo a piedi, richiederebbe probabilmente non una disposizione protezionistica a tutto campo ma una riformulazione concordata per i recuperi delle aree che un tempo sono state utilizzate per agricoltura, pastorizia, olivicoltura e altro” sottolinea il primo cittadino di Giustenice, che poi continua: “I modesti insediamenti qui realizzati scontavano il peso gravoso del mantenimento di zone, anche di vaste porzioni, con azioni di presidio indispensabili alla permanenza. Proprio la Regione Liguria, in tempi passati, ha ipotizzato tra le soluzioni anche la creazione di un percorso turistico dalle spiccate valenze panoramiche, da attuarsi attraverso la realizzazione dell’accesso alle zone rurali e in stato di abbandono”.

“Inoltre alcuni altri aspetti non secondari della questione hanno innescato le resistenze dei Sindaci – sottolinea Ivano Rozzi – Per esempio, in primo luogo la potestà dei Comuni sul territorio viene ad essere comunque scavalcata andando a colpire anche quegli enti locali che hanno già nel passato compiuto atti importanti, ottenendo una pianificazione coordinata e raggiungendo nel rapporto qualità/quantità un equilibrato risultato. Inoltre l’avanzamento edilizio residenziale non si contrasta oggi limitando solo le zone da edificare ma trovando le compensazioni affinché questo non sia una delle poche fonti di entrata per il funzionamento dei Comuni, al di fuori di quella quota che gli oneri di costruzione sostengono. Si dovrebbero individuare le dimensioni ottimali che ciascun paese dovrebbe assumere, poiché l’attuale espansione è strettamente legata a ragioni economiche di mantenimento dell’intero apparato, che trae sostentamento dalle costruzioni. Bisogna quindi impegnarsi nella difficilissima opera di ricerca di soluzioni economiche”.

“Queste ragioni – conclude poi il sindaco – sono di per sé sufficienti a comprendere come sia difficile e certamente oneroso pianificare un futuro urbanistico e ambientale che possa ottenere un concreto risultato, anche perché la tendenza di modello di società tutt’ora in atto è per una crescita della ricchezza virtuale, che trova la naturale sponda nell’aumento esponenziale del debito reale”.

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