Il declino di cabine telefoniche e cassette postali

Cabina telefonica Ceriale

[thumb:2180:l]Alzi la mano chi non ha fatto una telefonata almeno una volta da una cabina del telefono. O chi, per spedire una lettera, non ha affrontato pioggia o sole a picco per raggiungere la cassetta più vicina e imbucarla? Due gesti che fanno parte della storia di ognuno di noi e che oramai stanno scomparendo lentamente facendo spazio sempre di più ai telefoni cellulari e alle email.

Nel 2008 i telefoni pubblici hanno raccolto una miseria in termini di minuti di telefonate: appena 200 milioni con un crollo rispetto al 2007 del 35%. Per comprendere il dato basta paragonarlo ai minuti impiegati per parlare sui cellulari: 109,8 miliardi all’incirca.

La telefonia fissa fa meglio, anche se di poco, toccando quota 112 miliardi di minuti. Fa meglio ma registra un calo rispetto all’anno precedente del 6,2%, tutto in favore della telefonia mobile. Del resto, il 30% delle famiglie italiane non ha un telefono fisso in casa perché, sottolinea l’Adusbef, i costi del canone sono troppo alti. Stessa sorte per le cassette della posta, che oramai cedono troppo il passo alle più semplici e gratuite email. Al momento sono gli Stati Uniti ad aver preso la (dolorosa) decisione di abbandonarle.

E’ stato così posto un tetto minimo di lettere giornaliere che una cassetta dovrà contenere a fine giornata: quelle con meno di 25 missive saranno rimosse. In vent’anni, negli Usa, ne sono state rimosse via via circa 200 mila e ne rimangono in piedi di meno, all’incirca 175 mila. In nove anni a Washington sono state dimezzate, alcune chiuse nei magazzini altre inviate con la più nobile sorte in qualche centro di riciclo.

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