Febbre suina: verso vaccino per 15,4 mln di italiani tra 2-27 anni

Vaccino

[thumb:1352:l]Le autorità sanitarie italiane stanno considerando di vaccinare anche 15,4 milioni di italiani tra i 2 e i 27 anni contro il virus H1N1. “La vaccinazione pandemica sarà offerta prioritariamente al personale sanitario -ha precisato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, intervenendo al Question Time alla Camera – che dovrà assistere i malati, e ai soggetti a rischio per patologie: per un totale di 8,5 milioni di soggetti entro la fine del 2009. Poiché i bambini e i giovani sono più facilmente suscettibili di tale infezione, e quindi potenziali serbatoi di diffusione, si sta considerando di vaccinare anche la fascia di popolazione, 15,4 milioni di soggetti tra 2 e 27 anni da gennaio 2010”.

Dunque in totale, se venissero immunizzati anche i bambini e i ragazzi, si tratterebbe di vaccinare circa 24 milioni di persone nel Paese, più di un terzo degli italiani. Non a caso, il ministro Sacconi ha detto che “un ciclo vaccinale è costituito da 2 dosi di vaccino, pertanto verranno acquisite 48 milioni di dosi di vaccino pandemico dalla fine di novembre a gennaio 2010”.

Sacconi fa sapere anche che in Italia è previsto un aumento di casi “ma non desta particolare preoccupazione. Sia perché questo nuovo virus è responsabile di una sintomatologia più leggera dell’influenza stagionale, sia perché è disponibile una rete di servizi sanità pubblica in grado di condurre tempestive indagini sui casi sospetti e confermati, e per la ricerca dei contatti”. Insomma, i filtri per tenere il virus A/H1N1 lontano dalla Penisola finora hanno retto. “In Italia le misure di sorveglianza e controllo finora adottate hanno consentito di limitare il numero di casi di nuova influenza a 320, di cui solo 4 non legati a viaggi. In Europa – ha aggiunto – sono 17.181 di cui 10.169 nella sola Gran Bretagna”. E ci tiene a precisare che sull’apertura delle scuole non c’è stato nessun dissenso nel Governo, tornando sulle dichiarazioni del viceministro alla Salute rilasciate qualche giorno fa, a cui sono seguite molte polemiche.

Poi ricorda che contro la diffusione dell’influenza A “l’Oms non ha raccomandato la chiusura delle frontiere e la restrizione dei viaggi internazionali”, misure che hanno “scarso impatto sulla diffusione dell’infezione”. Intanto sono partite le prime sperimentazioni sull’uomo per testare il vaccino. A dare il via ai test è l’Australia, uno dei Paesi più colpiti dal virus H1N1 con oltre 14.700 contagi e 41 vittime all’attivo. Due aziende biotecnologiche, la Vaxine e la Commonwealth Serum Laboratories (Csl), hanno iniziato le sperimentazioni su 540 volontari adulti. A indurre il governo di Canberra a correre rapidamente ai ripari, il fatto che nel Paese sia ormai alle porte la stagione dell’influenza tradizionale, il che potrebbe “incattivire” il virus H1N1 rendendolo maggiormente aggressivo.

Intanto le due aziende stanno testando il vaccino somministrandone una dosa singola ad alcuni e una doppia ad altri volontari: obiettivo determinarne i dosaggi. In seconda battuta, ovvero nei primi giorni di agosto, inizieranno le sperimentazioni sui bambini. Ci vorranno sette mesi prima che i test vengano completati, ma la Csl ritiene che i primi risultati saranno sufficienti per iniziare le vaccinazioni già in ottobre. Dal canto suo l’Ue ha fatto sapere che il numero di persone contagiate dalla nuova influenza A aumenterà nel corso dell’estate. Ad affermarlo il commissario europeo alla Salute, Androulla Vassiliou, invitando i cittadini europei a mantenere la calma e restare vigilanti. “Ci aspettiamo che il numero dei contagi registrerà un aumento durante il periodo estivo, visti i maggiori flussi turistici”, ha detto Vassiliou nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles, aggiungendo: “Temiamo inoltre che in autunno la normale influenza stagionale possa unirsi alla pandemia aumentando la mortalità”. In ogni caso, ha spiegato ancora il commissario, “ai cittadini europei dico che si devono sentire sicuri perché saranno informati. Bisogna mantenere la calma e restare vigilanti perché nessuno di noi sa come questo virus evolverà”.

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