Cronaca

Droga: dimezzata pena a ex comandante Michele Riccio

tribunale udienza

[thumb:413:l]Liguria. Pena dimezzata in appello per il colonnello dei carabinieri Michele Riccio, ex comandante dei Ros e della Dia genovese, accusato di aver svolto con metodi illegali indagini su traffici di stupefacenti negli anni Ottanta.

I giudici della prima sezione della corte d’appello lo hanno condannato a quattro anni e dieci mesi: in primo grado la pena era stata di nove anni e mezzo. E’ stata confermata l’assoluzione di Tiziana Parenti, ex pm di Savona e del pool Mani Pulite a Milano e poi deputato di FI. La Parenti, che attualmente esercita la professione di avvocato a Roma, era accusata di concorso in falso in atto pubblico. Il sostituto Pg Pio Macchiavello aveva chiesto 15 anni per Riccio e un anno per la Parenti.

Confermata, invece, la pena di primo grado per il maresciallo Giuseppe Del Vecchio (8 anni in continuazione di un’altra sentenza di condanna a 16 anni) e conferma di assoluzione per i componenti della “mitica squadra” di Riccio: i marescialli Angelo Piccolo, Vincenzo Parrella, Giuseppe Sesto, Gianmario Doneddu. Infine i giudici hanno confermato l’assoluzione per l’ex collaboratore di giustizia Giovanni Gullà. Per quest’ultimo, difeso dall’avv. Maurizio Tonarelli, la pubblica accusa aveva chiesto 10 anni mentre per Piccolo (avv. Giovanni Ricco) e per Vincenzo Parrella ne aveva chiesti quattro.

A Riccio i giudici hanno riconosciuto le attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti; inoltre hanno sostituito l’interdizione perpetua dai pubblici uffici con l’interdizione per cinque anni. L’inchiesta prese avvio dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia ma si sviluppò solo nel gennaio ’96 per concretizzarsi, nel giugno ’97, con l’arresto di Riccio e dei cinque marescialli.

Gli episodi contestati sarebbero avvenuti negli anni Ottanta. Riccio e gli uomini della sua squadra, durante indagini condotte con l’aiuto di confidenti, sarebbero entrati in contatto con trafficanti acquistando quantità di droga di cui, in certi casi, avrebbero in parte omesso la segnalazione all’autorità giudiziaria. Qualche volta avrebbero fatto risultare con atti falsi il sequestro di un quantitativo minore di quello reale per poter utilizzare la droga messa da parte per acquisire nuove soffiate.

L’obiettivo, soprattutto di Riccio, sarebbe stato quello di compiere operazioni clamorose per acquisire fama ed encomi. “Oggi è stata confermata la mia innocenza anche se ho l’amarezza di vederla riconosciuta dopo 14 anni” è stato il commento di Doneddu dopo la lettura della sentenza mentre Piccolo ha detto: “Finalmente siamo arrivati ad un punto fermo. Mi chiedo se, dopo tanti anni, questa sentenza sarà sufficiente”. L’avv. Giovanni Ricco, difensore di Tiziana Parenti, ha commentato: “Ci sono voluti 14 anni perché fosse accertato ciò che appariva evidente già all’inizio di questa vicenda in quanto l’autore della sostituzione materiale di una pagina del rapporto aveva dichiarato di averla fatta lui all’insaputa del pm che coordinava l’indagine sull’ importazione di armi”.

“Purtroppo – ha aggiunto – potrebbe non essere finita perché la Pg, ove non fosse ancora convinta, nonostante la doppia pronuncia conforme, potrebbe mantenere in vita questa pendenza fino al giudizio in Cassazione”.

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