Cronaca

Rapinava le banche vestito da donna: arrestato (dettagli)

Arresto

[thumb:9406:l]Liguria. Era pronto per una nuova rapina, in una filiale di Varazze, Pietro Noci, il rapinatore seriale travestito da donna, milanese di 52 anni, arrestato dai carabinieri del nucleo investigativo di Genova. I suoi primi colpi risalgono al febbraio del 2008, mentre l’ultimo è dello scorso 27 aprile, in una filiale della banca Carige di Moneglia (Ge).

La tempestività dell’intervento dei militari è stata dettata dalla fuga dopo l’ultimo colpo: all’uscita del casello di Binasco, Noci aveva imboccato contromano un tratto di autostrada e aveva sfondato la barriera del casello, facendo perdere le tracce. Dopo la fuga, però, gli investigatori erano riusciti a individuare una serie di posti dove Noci nascondeva le auto rubate, usate anche come nascondiglio per le parrucche e i travestimenti. L’uomo aveva già scontato 15 anni di carcere sempre per rapine, ed era uscito alla fine del 2007. Dopo un paio di mesi si era rimesso di nuovo all’opera.

In quasi un anno e mezzo Noci è ritenuto responsabile di una trentina di colpi, compiuti in diverse zone del nord Italia: Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino Aldo Adige, Emilia Romagna, riuscendo a prelevare oltre 200 mila euro. Gli investigatori lo descrivono come rapinatore meticoloso, quasi maniacale. Noci non si travestiva solo da donna. Quando era riuscito a scappare dopo la rapina di Moneglia si era vestito da operaio dell’Anas, mentre l’automobile che avrebbe dovuto usare per il prossimo colpo, in un istituto era stata camuffata da vettura dell’Enel, con tanto di scala e adesivi della società di energia elettrica. Insomma un vero ‘professionista’, che raramente ha usato la violenza durante i suoi colpi: unica eccezione, la rapina a Trecate (Novara): durante il colpo, infatti, Noci ha ferito il direttore della banca che non aveva aperto la cassaforte perché temporizzata. Per questo episodio dovrà anche rispondere di tentato omicidio.

A tradire il rapinatore travestito, però, è stato il dispositivo Telepass di un’auto rubata: dal dispositivo, infatti, i carabinieri sono riusciti a individuare la zona dove abitava il rapinatore. Oltre al Telepass, per Noci è stata fatale un’impronta di una scarpa lasciata sul bancone di una filiale. Le scarpe erano di una casa che produce solo nella zona di Voghera. Le stesse scarpe sono poi state ritrovate nelle sei auto rubate che Noci usava come nascondiglio per i “ferri del mestiere”: tre parrucche da donna e quattro paia di occhiali da sole appariscenti, guanti, abbligliamento femminile e ombrelli.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.