Politica

Legge elettorale regionale: la proposta del centrosinistra

Elezioni 3

[thumb:3257:l]Regione. Blocco a 40 consiglieri per contenere i costi della politica, abolizione del listino, proporzionale con premio di maggioranza. Sono le linee della proposta sottoscritta da diversi consiglieri regionale del Pd, Rifondazione comunista, Unione a sinistra, Verdi, Comunisti italiani, Italia dei Valori, Gruppo Misto.

La proposta di legge “Norme per l’elezione del Consiglio regionale Assemblea legislativa della Liguria e per l’elezione diretta del Presidente della Giunta regionale” è stata già presentata. L’iniziativa vede come estensore e primo firmatario Moreno Veschi (Partito democratico) ed è stata sottoscritta nell’ordine da Michele Boffa (Partito democratico), Franco Bonello (Unione a sinistra), Tirreno Bianchi (Comunisti italiani), Lorenzo Casté (Gruppo misto), Cristina Morelli (Verdi), Carmen Patrizia Muratore (Italia dei valori con Di Pietro) e Vincenzo Marco Nesci (Rifondazione comunista). Ecco le principali novità di questa proposta di nuova legge elettorale regionale.

La volontà che anima i proponenti dell’iniziativa è che l’Assemblea legislativa sia composta da 40 consiglieri, oltre al Presidente della Giunta regionale. Le leggi vigenti per l’elezione dei Consiglio regionale, invece, permettono in determinate situazioni, al fine di garantire il raggiungimento del premio di maggioranza, anche il superamento del tetto massimo dei 40 consiglieri, previsto per la Liguria dalla legge nazionale 108/68, che senza una specifica legge regionale, regolamenta le elezioni del Consiglio regionale. Questa ipotesi si è verificata nella nostra Regione durante la VI legislatura (1995-2000). Nel `95, infatti, a seguito dell’assegnazione del premio di maggioranza attraverso il “listino”, il numero dei consiglieri salì a 45.

Nella relazione che accompagna la proposta di legge si sottolinea che il blocco a 40 dei componenti dell’Assemblea legislativa è un contributo anche a contenere i cosiddetti costi della politica, senza nulla concedere a quella cultura detta dell'”antipolitica” e qualunquista che svilisce e denigra il ruolo delle assemblee elettive, che rappresentano la sovranità popolare, né ha in alcun modo l’obiettivo di comprimere la pluralità della rappresentanza.

Un’altra novità, che vuole essere l’architrave di questa proposta di legge, è il superamento del “listino” dei sette consiglieri che vengono oggi attribuiti, quale premio di maggioranza, alla coalizione del Presidente eletto. Nel disegno originario del legislatore questi consiglieri erano la “squadra del Presidente”, eletti senza passare attraverso il confronto individuale con gli elettori nelle circoscrizioni, ma scelti appunto in blocco dal Presidente, sottoposti in quanto tali alla fiducia degli elettori, e in un certo senso “sottratti” ai partiti e alle liste che li rappresentano. Per i proponenti nella realtà questo “listino” è stato spesso il luogo della contrattazione e della compensazione tra i partiti della coalizione, una funzione legittima e in alcuni casi utile, ma ben lontana dalle intenzioni originarie del legislatore e anche dall’attuale sensibilità per il distacco della politica dal controllo diretto degli elettori. Secondo la proposta di legge abolendo il listino e riportando tutti gli eletti nelle circoscrizioni si dà uno spazio di rappresentanza più ampio ed equamente distribuito ai territori.

La proposta di legge del centrosinistra sceglie come meccanismo elettorale la proporzionalità pura dentro a un sistema con premio di maggioranza che assicuri governabilità. Una strada per coniugare pluralità della rappresentanza della volontà popolare ed esigenza di governabilità. Il meccanismo proposto è innovativo sia rispetto alla legge nazionale, che sinora ha regolamentato le elezioni regionali, sia ad altri sistemi di elezione, con un evidente semplificazione dei meccanismi di assegnazione dei seggi alle diverse liste.

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