Savona, una docufiction su Pio VII

Papa Pio VII

[thumb:12315:l]Savona. Felice Rossello, autore televisivo savonese, realizzerà un film tv sulla prigionia di Pio VII a Savona. L’Istituto di Storia patria e la Curia vescovile di Savona hanno infatti affidato a Rossello la messa in scena e quindi la regia di una sceneggiatura scritta da Maria Luce Gazzano che vuole rappresentare in modo storicamente puntuale i rapporti fra Napoleone e Pio VII. “Si tratta – spiega – di produrre un programma televisivo, che definirei docufiction, perché si trova a metà strada fra un film tv e un documentario, la cui durata sarà di 30/40 minuti e che gireremo fra metà giugno e inizio luglio. Con l’Istituto di Storia patria e la Curia vescovile abbiamo cercato un modo di adattare il soggetto e la sceneggiatura al finanziamento messo a disposizione dalla Fondazione De Mari”.

“Certamente sarà necessario che un numero più alto possibile di persone lavorino gratuitamente al progetto. Da tecnico so che per tenere bassa la spesa sarà necessario contenere il tempo, fra girato e montato dovranno passare solo una decina di giorni, bisognerà ottenere a titolo gratuito costumi e trucchi-parrucchi (termine tecnico che designa il truccatore che deve ritoccare poco o tanto, oppure cambiare la fisionomia di un attore, n.d.r.). Il problema dei costumi è risolto, perché la Curia ha già dichiarato di voler mettere a disposizione gli abiti dell’epoca in suo possesso. Anche gli iscritti alla F.I.T.A. (Federazione italiana teatro amatoriale) si sono dichiarati disponibili, il loro problema sta nel trovare degli attori che assomiglino a Napoleone, a Pio VII e a Chabrol. Sarà difficile rispettare la verità storica, senza un trucco-parrucco che, spero, non avrà un costo enorme”.

“Non sarà necessario ricostruire gli ambienti – commenta il regista – perché gireremo nel Palazzo Vescovile di Savona, nelle sale abitate da Papa Pio VII che sono rimaste come allora. Il grosso problema sta nel fatto che nelle stanze del Papa si possono usare solo tre megawatt e che l’università ha purtroppo solo quattro faretti da 250 W, che non bastano, e sarà opportuno procurarne altri. Temo che dovremo far intervenire un camioncino col supporto tecnico, cosa che ci farebbe andare fuori budget. Per il momento abbiamo trovato un tecnico luce (mixer delle luci) che si è impegnato a fare il lavoro per poco. Le luci sono molto importanti perché le parti teatrali, cioè le scene di dialogo, non sono solo fatte di movimento, ma soprattutto di buona luce che non deve sparare in modo che possa rendere bello anche chi non lo è”.

“Personalmente – prosegue – metterò gratuitamente a disposizione la mia competenza di regista e di produttore esecutivo e parteciperò a tutte le riprese per sovrintendere, coordinare il lavoro di tutti e per mettere in atto i rilievi tecnici finalizzati a ridurre i costi. Qui sorge, però, un altro problema: non abbiamo macchine da presa cinematografiche. Quindi, cercando di ottimizzare i tempi di lavorazione, gireremo con le nostre telecamere, le cui riprese verranno scaricate nel nostro computer. Dopo aver visionato tutto il girato, lo monteremo per renderlo appetibile”.

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