Economia

Regione, pesca e agricoltura: approvato piano triennale

Regione Liguria mini

[thumb:2597:l]Regione. Con 17 voti a favore, 1 contrario (Verdi) e 8 astenuti (centrodestra) è stato approvato il “Programma triennale regionale nel settore della pesca e dell’acquacoltura professionale 2008-2010”. Obiettivo prioritario: la modernizzazione del comparto pesca e acquacoltura. Il programma è ispirato ai principi di sostenibilità ambientale, sociale, economica e tiene conto dei fattori che hanno caratterizzato la recente evoluzione della pesca italiana, in particolare di quella ligure: riduzione della flotta da pesca e dell’occupazione; diminuzione delle quantità sbarcate; aumento dei costi di produzione solo in parte mitigato dal positivo andamento dei prezzi; andamento negativo dei redditi degli operatori.

Secondo il documento, lo sviluppo sostenibile della pesca può essere raggiunto solo con la conservazione ed il recupero degli stock ittici e la difesa degli ecosistemi marini. Tuttavia, a differenza del passato, il miglioramento dello stato delle risorse non deve essere conseguito esclusivamente mediante la riduzione della capacità di pesca, cioè attraverso l’abbandono dell’attività da parte dei pescatori. Al contrario, è necessario integrare le politiche di tutela delle risorse con strategie attive di gestione che intervengano direttamente sulle modalità dell’attività di pesca, ad es. dimensione del tempo dedicato alla pesca, modalità di esercizio dello sfruttamento delle risorse, regolamentazione degli attrezzi da pesca, introduzione di specifiche e localizzate misure tecniche di conservazione.

Il programma prevede strategie dirette a favorire l’integrazione dei redditi degli addetti; aiuti allo sviluppo della cooperazione e delle organizzazioni dei produttori; incremento dell’attività di trasformazione; incremento della prima commercializzazione, al fine di ridurre il numero dei passaggi della filiera; azioni volte alla valorizzazione dei prodotti della pesca; concentrazione e razionalizzazione dei punti di sbarco; sviluppo dell’acquacoltura, del pescaturismo e dell’ittiturismo, al fine di garantire un’attività complementare agli operatori della pesca; valorizzazione dei prodotti della pesca, italiana ed in particolare delle specie meno conosciute in rapporto alle quantità disponibili; campagne di informazione ed educazione per la sicurezza alimentare, riconoscimento delle specie esotiche; monitoraggio dei consumi e studio delle dinamiche di mercato.
Per quanto riguarda la produzione della pesca ed acquacoltura regionali si punterà alla valorizzazione dei prodotti attraverso l’adozione di etichettature, marchi IGP o DOP o altro, il sostegno alle attività alternative e all’ampliamento delle azioni di commercializzazione da parte dei produttori; azioni divulgative/conoscitive inerenti il rapporto pesca / ambiente; sostegno all’immagine del settore; divulgazione e valorizzazione delle attività di acquacoltura sostenibile.

Analizzando il naviglio nazionale, la flotta ligure costituisce, in termini di numero di imbarcazioni da pesca il 4% circa della flotta nazionale e in termini di stazza, rappresenta il 2,3% del tonnellaggio nazionale. Nonostante la pesca ligure costituisca una frazione piuttosto piccola della realtà nazionale e sia costituita da imbarcazioni di limitato tonnellaggio e le catture negli ultimi sei anni siano pressoché dimezzate e rappresentino il 2% del totale della produzione, i ricavi rappresentano il 3,2% circa del fatturato nazionale. La produzione limitata a fronte di una richiesta locale molto elevata e l’elevata qualità del pescato proveniente da una pesca essenzialmente selettiva, consentono agli operatori di spuntare prezzi molto elevati, quasi il doppio della media nazionale.

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