Albenga, Raffaele Calabrò sottoscrive il manifesto “Liberi per vivere”

CiangherottiCalabrò

[thumb:11589:l]Albenga. Al sesto e ultimo incontro del Laboratorio di analisi sociopolitica promosso dal Cav-ingauno è stato presentato, insieme al disegno di legge sul fine vita, appena approvato al Senato, anche il manifesto “Liberi per vivere”, che Scienza e Vita ha presentato il 20 marzo a Roma, con il sostegno convinto e immediato dei presidenti del Forum delle Famiglie, Giovanni Giacobbe e di Retinopera, Franco Pasquali. Hanno sottoscritto il manifesto nella serata il senatore Raffaele Calabrò, primo parlamentare della 16° legislatura ad aderirvi, i membri del Direttivo locale del Centro Aiuto vita ingauno e di Scienza e vita ingauna e l’Economo diocesano don Tonino Suetta.

“Abbiamo voluto cominciare proprio dalla sottoscrizione di un documento ufficiale, approvato dai vertici del Movimento per la Vita nazionale, perché crediamo si debba riaffermare con forza lo spirito della Costituzione Italiana che tutela il diritto alla vita e non il diritto alla morte. La legge sul fine vita, coniugata con tre sì netti e fermi (il sì alla vita, il sìÌ alla medicina palliativa, il sì ad accrescere e umanizzare l’assistenza ai malati e agli anziani) e altri tre no decisi e convinti (il no all’eutanasia, il no all’accanimento terapeutico, il no all’abbandono di chi è più fragile). Questo è stato non solo il filo conduttore della serata ma anche la proposta incentivante che ha caratterizzato l’ultimo incontro di questo percorso a tappe mensili e che ci vedrà impegnati nei prossimi mesi sulla scena pubblica”. Con queste parole Eraldo Ciangherotti commenta l’ultimo mensile che si inserisce nell’iniziativa del Laboratorio di analisi sociopolitica promosso dal Cav-ingauno.

All’Auditorium San Carlo presenti anche Angelo Barbero, consigliere “in Regione e l’economo diocesano don Tonino Suetta. Relatore dell’incontro il senatore Raffaele Calabrò, gruppo Pdl e membro della 12ª Commissione permanente. “Non si può accettare” ha dichiarato Ciangherotti, “che la gente rischi di essere ingannata sulla scia di una scorretta campagna di disinformazione, nella quale alimentazione e idratazione non vengono presentati come sostegni vitali per la persona ma come terapie farmacologiche forzate. È per questa ragione che noi del Centro di Aiuto alla Vita abbiamo pensato di impegnarci per andare nelle piazze delle città, nelle parrocchie, nei gruppi del mondo dell’associazionismo locale. Direttamente nelle famiglie. Direttamente in mezzo ai giovani. Per spiegare la necessità di una Legge sul fine vita, capace di prevenire altre ingiuste morti come quella di Eluana Englaro. Per comprendere a fondo anche quali siano realmente i disagi e le difficoltà che le famiglie con disabili gravi a carico quotidianamente vivono. Per sostenere i genitori di molti ragazzi che si trovano nelle stesse condizioni di stato vegetativo persistente, come la giovane di Lecco. Abbiamo verificato infatti, con i nostri occhi, come queste famiglie con disabili gravi a carico vengano dimenticate dalle Istituzioni, per nulla sostenute psicologicamente e prive di supporto mediante figure professionali a disposizione per un’assistenza domiciliare 24 ore su 24. Ci impegniamo ad avviare un dialogo con le istituzioni, per rilevare tutto il disagio che colpisce le gravi disabilità e per promuovere iniziative di sostegno alla persona”.[image:11589:r]

“Un grazie particolare – ha dichiarato Raffaele Calabrò – per avermi concesso l’onore di firmare questo documento Liberi per Vivere, che Scienza e Vita ha presentato recentemente a Roma, perché lo trovo molto bello e significativo. Mi ritengo fortunato per questo incontro “alla vigilia del fine vita” organizzato dagli amici del Centro Aiuto Vita di Albenga, perché vedo qui una realtà di persone che credono profondamente nell’impegno personale e reale per cambiare questa società e vi assicuro che tutto questo, per chi vive in un’aula di Senato, è un’ iniezione di ottimismo, di conforto, di resistenza. Cercate, amici, di sviluppare anche ulteriori discussioni in futuro intorno al tema della vita, del significato della vita e di tutto quello che vi è intorno”.

“Io, medico e cardiologo – ha continuato Calabrò – ero assolutamente contrario fino a qualche mese fa ad una legge che potesse anche solo vociferare sul testamento biologico o per meglio dire dichiarazione anticipata di testamento. Però la sentenza della Corte di Cassazione sul caso Eluana Englaro ci ha messo di fronte al tema dell’eutanasia o del suicidio assistito, ci ha messo di fronte ad una realtà in cui il mondo della magistratura può decidere per noi la vita o la morte. Sul tema della vita o della morte di una persona non deve essere un magistrato a decidere. Di fronte a questa realtà, personalmente ho cambiato opinione pensando che ci volesse una Legge, e per certi versi questo è stata una decisione di tutto il Parlamento. Già dalla scorsa estate. Dunque una Legge che contempera due principi di fondo, la libertà e la dignità della persona, valori che vedo rappresentati molto bene nel manifesto Liberi di vivere”.

“Ogni volta che – spiega Calabrò – mi capitava di vedere in tv il padre di Eluana Englaro, persona che non giudico, ma verso la quale io non condivido le azioni che ha messo in essere, c’è una cosa che mi colpiva molto e che mi faceva rabbrividire, quando, parlando della figlia accudita dalle suore, diceva che ‘quel corpo manipolato per lui era straziante’. Io non avevo mai immaginato che un corpo curato, accudito e seguito da una persona che con affetto e cura cercava di migliorarne la condizione fisica, potesse essere visto addirittura come manipolazione. Io l’ho sempre visto come atteggiamento di affetto, di carità, di generosità, di disponibilità. E’ terribile immaginare che noi possiamo vedere in una persona che non ha la capacità di reagire, di vedere, di ringraziarti per quello che tu fai un essere quasi inanimato, come se quella persona quasi non avesse vita e potesse essere quasi un corpo maltrattato, come se subisse una violenza. Il valore della persona in sé per un credente può essere un dono di Dio ma per un non credente è il valore della vita, della persona che per altro la nostra Costituzione garantisce come diritto inviolabile della persona. Le persone più deboli devono essere difese dalla società, che mentre è sempre più aperta ad atteggiamenti ecologici e animalisti, rischia di allontanarsi dall’attenzione al mondo dell’uomo. Il grado di una società penso si misuri dalla capacità che ha di difendere i deboli. E chi sono i più deboli se non i disabili?”.

Questa legge, appena approvata al Senato, in materia di direttive anticipate, risponde a due principi: l’art. 32 e l’art. 2 della Costituzione, sull’autodeterminazione delle cure e sul diritto alla vita, dicendo no all’eutanasia, no al suicidio assistito, no all’accanimento terapeutico e no all’abbandono terapeutico. L’art. 2 del DdL per la prima volta sancisce il consenso informato, che garantisce la libertà di scelta delle cure, secondo l’art. 32 della Costituzione, definendo l’alleanza terapeutica tra medico e paziente, intesa come complicità tra medico e paziente, finalizzata al bene del paziente. Il medico ha il dovere di dialogare con il paziente, o in caso di incoscienza, con il fiduciario indicato dal paziente stesso come la persona che può continuare ad esprimere la sua volontà, e se tra medico e fiduciario non c’è accordo, allora viene chiamato in causa un collegio medico e non etico, un collegio clinico che da la propria opinione. Dopo di che il medico e il fiduciario sono liberi di agire secondo le proprie convinzioni, ma non esiste la vincolabilità della dichiarazione, perché sarebbe un errore assoluto e farebbe perdere la capacità di attualizzare quelle decisioni sulla base degli ultimi progressi della scienza.

“Alimentazione e idratazione – prosegue Calabrò – non sono cure ma sostegni vitali che in casi come anche quello di Eluana non curano certo la patologia ma sono semplicemente un sostegno vitale, senza il quale la persona muore. Questa legge infine prevede in maniera assoluta che le dichiarazioni debbano essere scritte, sottoscritte, depositate e registrate in un archivio nazionale presso il Ministero della Salute perché non si ripetano più altri casi come la vicenda di Eluana, dove le decisioni sono state prese su base testimoniale, forzando alle volte una realtà per arrivare ad obbiettivi diversi. In un disegno provvidenziale si potrebbe pensare che la fatalità possa essere servita a fissare dei paletti chiari al no all’eutanasia e no al suicidio assistito”.

“Nel disegno alla Camera – spiega Calabrò – sul sostegno con le cure palliative sarà previsto anche un sostegno economico alle famiglie che si trovano con un disabile grave nelle condizioni in cui si trovava anche Eluana Englaro. A parte l’ampliamento dei Centri che possono lavorare in tali casi com’era la struttura dove si trovava Eluana, si prevede che per le famiglie che ritengono di voler seguire all’interno della famiglia queste persone ci sia la possibilità del sostegno dell’Asl sul piano dell’assistenza e il sostegno economico sul piano della famiglia stessa”.

Alla domanda “Cosa succederà alla Camera? Il disegno di legge sarà ratificato o, come afferma Livia Turco, si dovrà riniziare tutto da capo?” posta da Ciangherotti, il senatore aggiunge: “Bonino e altri senatori hanno, fino all’ultimo giorno, richiesto una moratoria di questo disegno di legge. Ci sono infiniti tentativi per cercare che una legge del genere non venga approvata. Io sono convinto che questo disegno di legge sarà approvato alla Camera con i paletti fondamentali che sono stati posti, e cioè il no all’eutanasia, il no all’accanimento terapeutico, il no alla vincolabilità delle dichiarazioni (nei termini in cui mi sono già espresso, secondo il dovere e l’obbligo del medico di dialogare con il paziente) e il no alla sospensione dell’idratazione e dell’alimentazione. Intorno a questi pilastri sarà modificato e migliorato alla Camera, e ne verrà fuori un’ottima Legge, anche se sono convinto che sia già una buona legge. L’approvazione alla Camera andrebbe bene anche a settembre, però mi auguro avvenga prima dell’estate”.

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