[thumb:11197:l]Toirano. Si arricchisce di una nuova opera murale del pittore Mario Nebiolo la galleria a cielo aperto che da alcuni anni ha preso forma nella Cava Martinetto a Toirano. L’artista scalatore, che da anni opera su pareti di cava o grandi muraglioni in ambiente urbano, ha dato gli ultimi ritocchi alla sua opera più recente, “il guardiano della valle”, alta più di quaranta metri, creata sfruttando i colori naturali della parete e basandosi sulla morfologia della roccia per ricavare particolari anatomici.
La parete su cui l’artista savonese ha impresso il suo tratto è davvero particolare: si tratta di una delle pareti di roccia della cava ormai dismessa, che si trova di fronte all’ingresso delle Grotte di Toirano. La cava è diventata, infatti, oggetto di un processo di recupero dal punto di vista ambientale, che utilizza in parte l’arte. Sulle sue pareti più ripide hanno preso vita alcune enormi figure dipinte sulla roccia, anzi, tirate fuori dalle forme della roccia con linee e colore. Sono l’opera dell’artista Mario Nebiolo, che dipinge arrampicandosi, assicurato con corde e chiodi, utilizzando un solo piccolo normale pennello e grandi bidoni di colore appesi all’imbragatura. Nebbiolo ha tirato fuori dalle forme della roccia, enormi figure umane, con una sorta di pittura-scultura.
Ne è nato uno straordinario museo a cielo aperto con figure a metà tra pittura e scultura che emergono dalle pieghe e dalle fessure della roccia. L’ultima opera, che è stata realizzata a più di cento metri di altezza, rappresenta un uomo seduto forse a guardia della vallata. Si tratta di un ritratto che raffigura un personaggio noto di Toirano: Glauco Rosa, grande amico di Nebiolo e suo prezioso collaboratore in cava. La figura, per ragioni prospettiche è stata realizzata più grande delle altre presenti sulla parete. Come al solito Nebiolo ha dipinto da solo la sua opera, appeso alla corda e senza ausili tecnologici, tutto “a occhio”. Seguendo la configurazione della roccia molto irregolare e “tormentata” sulla faccia dell’uomo compaiono e scompaiono rughe e i capelli di scompigliano a secondo dell’inclinazione del sole.
“Il guardiano della valle” si aggiunge alle undici già realizzate, tre alla base della parete, una al centro – un’immensa figura di 30 metri – e sette sulla parete più grande. Queste ultime rappresentano sette grandi figure di uomini, sette tipi un po’ rozzi, forse contadini, forse vecchi operai della cava. Hanno grosse mani nodose, lineamenti marcati, cappellacci sformati in testa. Si rifanno alla cultura contadina, ancora viva in questa valle che sale ripida verso i monti. Le figure, alte fino a 15 mt., sono state ricavate dall’artista, laddove la conformazione e la compattezza della roccia suggerivano una forma, utilizzando colori ad acqua e pennelli e lavorando in parete, da solo, con tecniche da alpinista.