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Savona, “Pacchetto sicurezza”: la preoccupazione della Caritas

Immigrazione

[thumb:2023:l]Savona. La Caritas savonese risponde alle recenti proposte governative in merito all’immigrazione esprimendo serie riserve sul disegno di legge e lanciando un corso per imparare a rapportarsi con gli stranieri, organizzato insieme a “Migrantes” e riguardante i quaranta insegnanti della scuola di alfabetizzazione per migranti.

Il breve percorso formativo prenderà il via giovedì 12 marzo quando don Mario Moretti, direttore di “Migrantes”, sottolineerà come la scuola, nel panorama diocesano, faccia parte di un’attenzione allo straniero che ha molte espressioni e concretizzazioni. Si proseguirà poi il 19 marzo con Simona Beretta, coordinatrice delle strutture parrocchiali di alfabetizzazione per stranieri della diocesi di Milano. Gli incontri si svolgeranno nella Casa della mondialità in via Luigi Corsi a Savona.

“In questi giorni – spiega Mirko Novati della Caritas – attraverso un appello ai parlamentari. La Caritas, insieme ad altri organismi cattolici, ha espresso viva apprensione per alcune norme proposte dal Governo che, se approvate, influiranno negativamente sulla vita e la dignità delle persone straniere e persino sul bene della sicurezza che pure esse intenderebbero tutelare. Si tratta del disegno di legge sulla sicurezza che, tra l’altro, limita i diritti della comunità familiare, prevedendo l’incapacità al matrimonio con effetti civili per lo straniero privo del permesso di soggiorno, e sancisce la limitazione del fondamentale diritto alle cure essenziali, con la possibilità che il medico possa denunciare il clandestino di turno”.

“In questo clima – prosegue Novati – nel quale si sta perdendo la dignità della persona al di sopra di ogni cosa, ‘Migrantes’ e la Caritas diocesane continuano il loro lavoro per gli stranieri regolari ed irregolari, aiutando le persone nel migliorare la propria situazione di vita attraverso l’ascolto incondizionato, le pratiche burocratiche, l’insegnamento della lingua italiana, la ricerca di una casa e di un lavoro. È la chiesa che continua la sua opera mettendo al centro la persona umana. Anzi in questo momento si è spinti ad un aiuto maggiore perché i più vulnerabili vengono più facilmente colpiti”.

“Saper parlare e saper capire la lingua del territorio in cui si vive – conclude poi l’esponente della Caritas – è elemento essenziale della cultura di ciascuno. Insegnare la nostra lingua agli stranieri diventa oggi più che mai una ‘condicio sine qua non’ affinché essi possano integrarsi e meglio difendersi tra normative continuamente in evoluzione, pratiche burocratiche sempre più complesse e pregiudizi sempre più forti”.

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