[thumb:1690:l]Pietra Ligure. Continua a scaldarsi il clima politico pietrese in vista delle prossime elezioni amministrative. Il coordinatore di Alleanza nazionale, Edoardo Ciribì, interviene sul tema delle alleanze ed attacca: “Spiace rilevare che uno sparuto gruppo di persone, di certo non rappresentativo della maggioranza di Forza Italia, dia seguito ad un accordo, già vecchio di un anno, privo di qualsiasi senso politico tanto più se visto alla luce dei recenti indirizzi sempre più decisamente ed ormai in modo irreversibilmente orientati verso la formazione del Popolo della Libertà”.
“Rispediamo poi al mittente ogni addebito circa l’interruzione del percorso politico ed amministrativo della giunta Accame causata, in primo luogo, proprio da quelli che oggi siedono comodamente sui banchi della maggioranza” continua poi l’esponente di An, che sull’operato dell’amministrazione De Vincenzi dichiara: “Le tanto decantate opere sono quelle già progettate ed in massima parte anche finanziate dalle precedenti giunte, spesso osteggiate quando gli attuali membri della maggioranza erano all’opposizione”.
“Contestiamo inoltre alla maggioranza in carica la condivisione di ipotesi sulle aree del cantiere navale che non ci paiono risolutive al meglio degli atavici problemi di quel sito strategico per il futuro della città quanto ci sembrano piuttosto una scialba mediazione tra le molteplici contraddizioni politiche che alloggiano all’interno dell’attuale maggioranza”.
“Riteniamo – affonda poi Ciribì – troppo acquiescente l’atteggiamento adottato nei confronti della Regione Liguria, quando si è trattato di affrontare i non pochi problemi che riguardano il nostro Santa Corona. Problemi che ci preoccupano non solo per i già gravi risvolti di tipo ospedaliero ed occupazionale, ma perché temiamo che finiranno con l’interessare lo stesso patrimonio immobiliare dello storico ospedale”.
“Non possiamo dimenticare infine – conclude il responsabile pietrese del partito di Fini – che la futura amministrazione comunale dovrà pur procedere alla redazione di un nuovo Piano urbanistico, a meno che non preferisca, come fatto finora dagli attuali amministratori, procedere a modificarlo caso per caso a colpi di maggioranza, con interpretazioni a volte che avrebbero meritato, quanto meno, ben altre discussioni”.