Madri in aspettativa o che perdono il posto: storie a confronto

Genitori figlio bambina

[thumb:4477:l]Provincia. Madri con bimbi piccoli che perdono il posto di lavoro, donne in difficoltà a conciliare la loro attività lavorativa per la mancanza di strutture e asili nido. Problematiche diverse, ma a loro modo un pò simili, e che vedono ancora una volta registrare situazioni di disagio nell’universo femminile.

Per la prima situazione possiamo citare il caso di due mamme-lavoratrici impiegate part-time alla Saint Gobain di Vado Ligure, una con due bimbi l’altra con uno, licenziate solo perchè hanno rifiutato il trasferimento dalla sede vadese a quella di Milano, che di fatto avrebbe loro impedito una presenza forte nelle rispettive famiglie. “Abbiamo chiesto l’intervento delle consigliere di parità di Savona e di Milano e abbiamo chiesto anche l’intervento del prefetto di Savona per convocare le parti”. Il Cub afferma che “solo alle due lavoratrici-madri, impiegate part-time, è stato richiesto il trasferimento dalla Liguria alla Lombardia”.

Nel secondo caso è di questi giorni la denuncia del Cav-i ingauno e di Federvita Liguria per la mancanza di asilo nido comunali in Provincia di Savona, solo 21 comuni su 69 possono offrire questo servizio alle numerose madri lavoratrici. Non solo: gli asili nido comunali non accettano iscrizioni fino al terzo mese di vita, costringendo molte madri a chiedere la maternità facoltativa, con uno stipendio ridotto al 30% e conseguenti ristrettezze economiche. “Non si capisce per quale ragionevole motivazione alcuni ssili nido statali offrano sulla carta il servizio già dal 3° mese di vita del bambino (solo due comuni, Albenga e Savona), mentre altri a partire dal 9° mese, altri dal 12° mese, altri dal 15° mese, altri dal 18° mese, altri ancora infine dal 24°mese fino a l compimento del 3° anno di vita del bimbo – afferma il presidente di Federvita Liguria Eraldo Ciangherotti -. Non si può trascurare che, oltre il terzo mese di vita del bambino, subentrano ragioni economiche che colpiscono le donne in aspettativa, perché si fa sentire drasticamente la riduzione dello stipendio”.

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