[thumb:10995:l]Albenga. Libertà di educazione e libertà individuale. Questi i temi affrontati con incursioni nel campo della bioetica da Renato Farina, giornalista e deputato, nell’incontro con gli studenti che si è svolto al Centro Scolastico Diocesano “Redemptoris Mater” di Albenga. L’onorevole del Pdl, noto per il suo legame con Comunione e Liberazione ma anche per i suoi rapporti controversi con il Sismi, ha parlato di fronte a ragazzi e professori, introdotto dal preside dell’istituto, Giorgio Airaldi, e alla presenza del rettore, monsignor Mario Ruffino.
“La libertà di educazione – ha detto Farina agli studenti – emerge dal diritto innato da parte di un genitore di comunicare ai figli ciò che per lui da senso alla vita. Questo vale anche nella scuola, perché lo Stato non può sostituirsi con la verità programmata dal Ministero o dalla burocrazia. Non è questione di scuola statale e non statale: adesso in Commisisione Cultura e Istruzione alla Camera è all´ordine del giorno l´autonomia scolastica e non più la parità scolastica. Ogni scuola, statale e non statale, fa una proposta ai ragazzi e alle famiglie, diventando un luogo dove professori, preside e genitori si confrontano e chiedono allo Stato le risorse economiche per l´istruzione dei figli”.
“Oggi c´è l´autonomia necessaria di ogni soggetto educativo di costruire un percorso in questo senso – ha aggiunto il deputato – Vale per la scuola cattolica, vale per la scuola statale. Questo principio consente la libertà di educazione che è un diritto inalienabile, non negoziabile, che non può essere soggetto a compromessi”.
Oltre al tema dell’educazione, Farina ha anche argomentato sulle questioni eticamente sensibili di aborto, fecondazione assistita ed eutanasia. “Se l´altro è un mistero che non si può toccare o danneggiare o privare della libertà – ha affermato – allora questo principio è evidente nell´aborto, come nella fecondazione assistita, perché c´è di mezzo un terzo, un embrione o feto. E non di meno è evidente nell´eutanasia, perché, fatta salva la facoltà di ciascuno di persino di suicidarsi, questa facoltà non può diventare un diritto”.
“Se ci fosse l´eutanasia per legge – ha concluso Renato Farina – di fronte ad una malattia invalidante entrerebbe la potenziale richiesta di chiedere la morte per tutti. Una legge possibile, anche se poi uno la rifiuta, entrerebbe dentro prepotentemente nella vita di tutti, e arriverebbe a caratterizzare la sfera dell´esperienza decisiva tra la vita e la morte”.