Politica

Diritti umani negati: se ne parla alla libreria Ubik

Baraldini

[thumb:10642:l]Savona. I diritti umani negati saranno al centro di un incontro che si terrà venerdì 27 febbraio alle ore 18 preso la libreria Ubik in corso Italia a Savona. “Il caso dei cinque cubani incarcerati negli Stati Uniti”, “Il blocco economico-politico illegale”, “Perché essere solidali con Cuba” sono gli interventi sui quali si discuterà, con la partecipazione di Silvia Baraldini e Tecla Faranda. L’evento sarà introdotto da Roberto Casella, responsabile del Circolo Granma, e moderato da Federico La Rosa, consigliere comunale del Partito dei Comunisti Italiani di Savona.

“Da oltre quarant’anni – spiegano gli organizzatori dell’incontro – negli Stati Uniti, come risulta anche da documenti del Governo statunitense, ora declassificati, vengono progettate, finanziate, promosse, favorite e attuate azioni contro Cuba che vanno dall’invasione armata all’assassinio dei dirigenti della Rivoluzione, dagli attentati contro persone o beni alla diffusione di malattie epidemiche, dalle trasmissioni radio-televisive illegali che incitano a commettere atti criminali o di guerra, al finanziamento e all’addestramento di gruppi paramilitari per azioni armate sul territorio cubano. Tutto questo è terrorismo”.

“Questa situazione – proseguono – ha avuto e continua ad avere un costo per Cuba. Finora i danni materiali ammontano a circa 54.000 milioni di dollari. Per i danni al popolo cubano non si possono fare stime in dollari: le 3.478 vittime o i 2099 feriti si possono solo contare e si può solo condividere il dolore arrecato alle famiglie e al popolo cubano. Ma ancora oggi, dopo la tragedia che l’11 settembre ha colpito il popolo degli Stati Uniti e dopo che il Governo degli Stati Uniti dichiara e attua una guerra mondiale prolungata e indefinita contro il terrorismo presentandola come una guerra umanitaria, per la libertà, la democrazia e i diritti violati, c’è una situazione paradossale che continua”.

“A Miami, in Florida, sono stati incarcerati cinque cittadini cubani che raccoglievano informazioni sui gruppi paramilitari e sulle attività della mafia cubano-americana, per prevenire atti di terrorismo e difendere il proprio popolo dalle aggressioni e dalla morte. L’accusa nei loro confronti è stata quella di avere messo in pericolo la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. I giudici di Miami, condizionati dalla mafia della Fondazione Nazionale Cubano-Americana, hanno emesso questa sentenza: due ergastoli e 15 anni di carcere a Gerardo Hernández; ergastolo a Ramón Labañino; ergastolo ad Antonio Guerrero; 19 anni di carcere a Fernando González; 15 anni di carcere a René González”.

“Per questi motivi – concludono gli organizzatori – ci impegniamo in una campagna di solidarietà con i cinque cittadini cubani ingiustamente incarcerati negli Stati Uniti e lanciamo un appello per sostenere ogni possibile iniziativa per la loro liberazione”.

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