Economia

Ferrania, sindacati: “no ad ultimatum, sì ad un nuovo accordo”

Ferrania Cairo

[thumb:1718:l]Cairo M. Domani alle 14 e 30 atteso incontro in Regione sul futuro industriale di Ferrania e della Val Bormida. Metà gennaio era la data indicata nell’ultima riunione in Prefettura del 10 dicembre scorso per arrivare ad aggiornare l’accordo di programma sulla base del piano industriale presentato dal gruppo Messina, per poi recarsi a Roma al Ministero e sottoscrivere l’intesa.

L’azienda aveva lanciato un ultimatum, sostenendo che in caso di mancato accordo avrebbe portato i libri contabili in Tribunale dichiarando il fallimento di Ferrania. Poi il diktat alla Regione: o il contributo di 10 milioni di euro per piattaforma tecnologica e ricerca oppure l’avvio delle procedure di mobilità per tutti i dipendenti. “Gli ultimatum non sono funzionali a nessuno – afferma il segretario provinciale Filcem-Cgil Fulvio Berruti -. Per noi resta valida la riunione dello scorso dicembre, con la necessità di implementare e migliorare un piano industriale sicuramente importante, nonostante un gap 170 unità lavorative rispetto all’organico completo dell’azienda. Nell’incontro di domani sarà necessario affinare le condizioni per poter andare al Ministero dello Sviluppo Economico a Roma e capire che soluzione dare al rilancio della fabbrica e a tutti i dipendenti. In caso contrario saremo costretti a prendere iniziative. Non bisogna dimenticare che in gioco ci sono anche i finanziamenti per le piccole e medie imprese della Val Bormida”.

E sulle azioni della proprietà che hanno portato a presentare un ricorso al Tar contro il Comune di Cairo per le inadenpienze sulla centrale a biomasse: “Il rimbalzo di responabilità è negativo per tutti, ad esempio nel piano industraile dell’azienda manca il laminatoio, che era già stato sottoscritto nell’accordo di programma. Sappiamo comunque che azienda e Comune di Cairo si stanno parlando, la centrale a biomasse è un progetto industriale che dovrà andare avanti nell’ambito di un nuovo assetto produttivo di tutta la filiera del legno. La piattaforma tecnologica è inserita nell’accordo di programma con enti locali e istituzioni, quindi l’azienda ha delle garanzie in merito”.

“Per il sindacato resta inoltre il problema degli ammortizzatori sociali che scadranno il prossimo luglio per 223 unità, quindi c’è ancora da concretizzare un percorso di cassa integrazione e tutela dei lavoratori. Servirà un aggiornamento dell’accordo di programma e un nuovo accordo sindacale”.

“Il tempo delle minacce – conclude Berruti – è già stato sperimentato in Ferrania e non ha portato a nessun risultato. Ora è tempo di decidere e avere delle risposte, ognuno faccia la sua parte: i lavoratori hanno già pagato abbastanza, in termini di cassa integrazione e riduzione del salario”.

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