Economia

Andora, il sindaco Floris: “Sindaci virtuosi penalizzati dal patto di stabilità”

Franco Floris sindaco Andora

[thumb:3488:l]Andora. “La legge finanziaria ed il patto di stabilità per il 2009, obbligano i Comuni a non spendere per realizzare opere pubbliche anche se già impegnate nell’anno precedente e debitamente finanziate con risorse proprie (autofinanziamento) senza la necessità di dover ricorrere a forme di indebitamento quali mutui, anticipazione di cassa e derivati”. Il sindaco di Andora, Franco Floris, torna a mettere sotto accusa le strettoie legislative che limitano agli amministratori comunali il potere di gestione delle risorse.

Spiega Floris: “Tutto questo è dovuto al fatto che non possono essere conteggiate ai fini del rispetto del patto di stabilità né le entrate derivanti da proventi di alienazioni del patrimonio immobiliare del Comune, né le entrate derivanti dall’applicazione dell’avanzo di amministrazione, avanzo che si è formato grazie ad economie di spesa realizzate negli anni precedenti ed alle riscossioni realizzate dai Comuni superiori agli stanziamenti debitamente iscritti nel bilancio di previsione in via cautelativa più bassi rispetto agli effettivi introiti, di cui i Comuni possono avere certezza solo alla fine dell’anno o meglio all’inizio dell’anno successivo e che quindi inevitabilmente vanno a confluire nell’avanzo di amministrazione lo stesso avanzo che secondo la legge finanziaria non può essere speso ancorché applicato”.

“Ritengo – osserva il sindaco andorese – fortemente penalizzante per ogni Comune sano e virtuoso non poter consentire la realizzazione di investimenti mediante le alienazioni del proprio patrimonio disponibile o mediante l’applicazione dell’avanzo, in considerazione anche del difficile momento che l’Italia sta vivendo, considerato che tali Comuni provvedono ai pagamenti puntualmente nei trenta giorni dalla fattura e consentono alle imprese in regola, di poter avere la sicurezza del lavoro proprio e dei propri dipendenti”.

“E allora – conclude Floris – perché non consentire ad un sindaco che ha ben amministrato le risorse del proprio ente di realizzare i programmi per i quali è stato eletto e di cui è moralmente e politicamente responsabile e che permettono lo sviluppo socio- economico del proprio Comune ed alle ditte di poter lavorare con piena tranquillità a vantaggio dell’intera collettività?”.

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