[thumb:10171:l]Cairo Montenotte. La tragedia dell’Aconcagua ha tolto la vita ad una donna italiana: Elena Senin, 38 anni, residente a Milano. Salvi invece i due alpinisti cairesi Matteo Refrigerato, 36 anni, e Mirko Affasio, 39. Con loro ce l’ha fatta anche Marina Attanasio, trentottenne di Milano. Con temperatura che toccano i meno 30 gradi, i superstiti e i soccoritori stanno lasciando la vetta della montagna più alta del Sudamerica, sulle Ande.
Oltre ad Elena Senin, è morto anche Federico Campanini, la guida argentina che accompagnava il gruppo e che da ieri si trovava in condizioni molto gravi. A rendere noti i decessi è stato Pietro Tombaccini, console italiano nella città di Mendoza, che segue l’operazione di salvataggio. A confermare che gli altri tre sono vivi è stata la Farnesina, mettendo fine all’angoscia delle famiglie degli scalatori.
La discesa dei tre sopravvissuti avviene con delle barelle e sta procedendo “bene”, ha assicurato Guido Losa, che dai campi base dell’Aconcagua è in contatto radio con la pattuglia di soccorritori, in tutto una ventina, che stanno scendendo con i sopravvissuti verso il rifugio di Independencia, a circa 6.200 metri. “Queste cose si valutano sul momento, ma se ci riusciranno, il gruppo potrebbe arrivare anche ad una quota piu’ bassa, nel campo base di Berlin, a 5.900 metri” ha aggiunto, ricordando che al momento del ricongiungimento con i soccorritori gli alpinisti che si trovavano nel micidiale Ghiacciaio dei Polacchi (dove sabato scorso era morto un alpinista tedesco) presentavano condizioni fisiche molto delicate, con diversi gradi di “ipotermia, disidratazione e congelamento delle estremità”.
Fin all’arrivo del team argentino, avvenuto ieri verso le 14 ora argentina (le 17 italiane), gli alpinisti erano sprovvisti di tende e di sacchi a pelo. “Per il trasporto delle barelle, i nostri uomini hanno utilizzato un sistema di staffette che sta dando buoni risultati, perché permette di risparmiare energia” ha spiegato Losa, precisando che “le condizioni meteo hanno aiutato l’operazione”, nonostante i timori iniziali di una tempesta.
A dare l’annuncio che in cima all’Aconcagua c’erano dei sopravvissuti erano stati ieri mattina gli uomini della gendarmeria argentina di un elicottero che aveva sorvolato il Ghiacciaio dei Polacchi. L’attesa notizia del ritrovamento dei superstiti ha posto fine alle ore strazianti di attesa delle due famiglie di Refrigerato e Affasio che da Bragno, frazione di Cairo Montenotte, seguivano gli aggiornamenti sui soccorsi in Argentina.
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