[image:10171:l]Cairo Montenotte. Sono ore terribili di angoscia per le famiglie di Matteo Refrigerato e Mirko Affasio, i due cairesi coinvolti nella sfortunata spedizione sulla vetta dell’Aconcagua, in Argentina. Matteo Refrigerato, 36 anni, lavora con il padre, titolare dell’officina meccanica “Re.Ca” a Dego. La sorella Tiziana fa la parrucchiera a Ferrania. Mirko Affasio, 39 anni, è operaio in un’industria valbormidese ed è inoltre un giocatore di calcio. Il padre è un ferroviere in pensione. La sorella Micaela conduce un’innovativo centro estetico a Rocchetta di Cairo.
Sia Matteo che Mirko sono residenti a Bragno, nel Comune di Cairo. Affratellati dalla passione per l’alta quota, entrambi hanno compiuto con successo altri viaggi in montagna, fra l’altro sul Monte Bianco, in Nepal e su altre vette asiatiche. Non sono sposati. Pattuglie dei carabinieri stazionano in corso Stalingrado, a Bragno, davanti alle case dei familiari per allontanare i curiosi. Il sindaco di Cairo Montenotte, Fulvio Briano, è in contatto telefonico con il console italiano a Mendoza, Pietro Tombaccini, per aggiornamenti sulla sorte dei due alpinisti.
“Le condizioni di salute degli alpinisti sono delicatissime” hanno evidenziato fonti locali, precisando che “i soccorritori stanno preparando quanto necessario per mettere al riparo gli alpinisti”, visto che sul luogo, a circa 6.600 metri di altitudine, “è in arrivo un’ondata di maltempo”. Il gruppo era partito il 3 gennaio dall’Italia con un viaggio in parte organizzato dalla “Star Mountain”, piccola agenzia specializzata con sede a Finale Ligure. Il rientro era previsto per il 14 gennaio.
Della cordata italiana, investita martedì da una violentissima tempesta durante l’ascensione al “tetto d’America”, facevano parte, oltre a Refrigerato e Affasio, le trentottenni Marina Attanasio, di Milano, ed Elena Senin, di 38 anni, di Invrea ma residente a Milano. Una quinta italiana della spedizione, Antonella Targa, è riuscita a tornare in tempo al campo base, in salvo.