Politica

Tirreno Power, il Pd: “Accantonare l’ampliamento, ma riaprire il confronto”

Tirreno Power Vado Ligure

[thumb:303:l]Vado Ligure. Il Partito Democratico savonese vuole dare segnali di chiara opposizione al potenziamento della centrale Tirreno Power. Il dibattito interno al partito si è infatti concretizzato in un orientamento unitario in cui vengono espressi i dubbi sull’ampliamento e viene formulato l’invito alla ricerca di soluzioni innovative per il territorio e la qualità ambientale.

“Nonostante gli interventi di riduzione delle emissioni, il carico ambientale complessivo della centrale è destinato a aumentare in modo significativo – osservano gli esponenti del Pd – Il mix produttivo della centrale riguardo alle fonti è già ottimale, mentre è il resto del gruppo, eventualmente, ad essere sbilanciato in favore del metano. La dimensione dell’impianto e l’energia prodotta sono già imponenti e caratterizzanti della realtà industriale e produttiva di Vado Ligure. Vado è impegnata nel progetto di sviluppo portuale che, a differenza della proposta di Tirreno Power, ha una valenza territoriale rilevante per il futuro del tessuto economico e dell’occupazione. Introdurre ulteriori pesi avrebbe un effetto squilibranti, con ripercussioni sulla fattibilità delle scelte già assunte”.

Secondo il Pd savonese, le indagini epidemiologiche recentemente pubblicate dall’IST di Genova presentano una situazione per il territorio che non giustifica un vero e proprio allarme. “Questo non significa sottovalutare la preoccupazione che deriva dal vivere in una realtà caratterizzata dalla presenza di realtà fonti di emissioni rilevanti nell’atmosfera e nell’ambiente circostante, come testimoniano i dati delle centraline e dei mezzi mobili dell’Arpal – specificano i rappresentanti locali del partito di Veltroni – Questi dati indicano che occorre ridurre progressivamente le emissioni e risanare ulteriormente l’ambiente per adeguarsi agli standard europei che nei prossimi anni diventeranno vincolanti anche per l’Italia”.

Per il Partito Democratico è ora di cambiare passo sul tema della centrale: “Non dobbiamo essere pessimisti, nonostante lo sbilanciamento esplicito del governo nazionale a favore di Tirreno Power. Anche nel passato è successo di partire da rapporti di forza che apparivano disperati e abbiamo rimontato. Tuttavia, il progetto di Tirreno Power ci mette nelle condizioni di operare una innovazione, una svolta, nel nostro approccio con l’azienda e con le istituzioni governative. Finora i risultati di miglioramento sono giunti al termine di battaglie iniziate sulla difensiva. Oggi dobbiamo far si che il progetto di realizzazione di un gruppo in più venga accantonato e che si apra una iniziativa che persegua il miglioramento ambientale ‘a prescindere’, indipendentemente dalla ipotesi di potenziamento”.

Le nuove politiche di confronto che il Pd intende inaugurare sono vincolare alle tre questioni che lo stesso progetto di Tirreno Power ha messo in campo: l’attendibilità delle informazioni pubbliche sugli effetti della attività della centrale sull’ambiente e la salute dei cittadini, la possibilità che l’attuale impianto e la presenza della società Tirreno Power offre sul piano del risparmio energetico e delle energie alternative, l’introduzione di tecnologie che consentono ulteriori riduzioni delle emissioni.

Le cosiddette misure compensative (il teleriscaldamento, l’energia da fonti rinnovabili, il ricircolo delle acque), a cui va aggiunta la possibile fornitura diretta di energia elettrica a utenze locali sull’esempio dell’intesa relativa a OCV, secondo il Partito Democratico possono essere discusse indipendentemente dal progetto di ampliamento, “anche perché in linea con una esigenza nazionale e mondiale di riduzione delle emissioni di CO2: non sono regalie, ma iniziative con una propria valenza economica e come tali trattate nel confronto tra Tirreno Power e sistema economico e amministrativo locale”.

“Il presupposto per ottenere risultati migliori rispetto alla situazione attuale è la riapertura del confronto e per questo sono necessarie iniziative in cui la fermezza non si trasformi in demonizzazione dell’interlocutore, così come la ricerca del dialogo non va considerata l’anticamera di cedimenti – osservano gli esponenti del Pd – Tirreno Power ha sostenuto la propria iniziativa in modo unilaterale e in questo modo ha peggiorato il proprio rapporto con le istituzioni e le comunità locali. Però ora rischia di finire in un vicolo cieco. La prospettiva del depotenziamento, in un quadro di contrapposizione frontale, diventa reale: anche se la ristrutturazione dei due gruppi a carbone è relativamente recente, la loro tecnologia è diventata obsoleta, arretrata, non in linea con le esigenze di corretto rapporto tra ambiente e attività produttive”. “Si tratta – concludono – di una situazione che non reggerà a lungo, di fronte ai vincoli dell’Unione europea e degli obiettivi globali di riduzione delle emissioni e di efficienza energetica”.

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