Cronaca

Nassiriya, generale condannato: nessun commento dalla famiglia Ghione

Monumento maresciallo Ghione

[thumb:2463:l]Finale Ligure. I genitori di Daniele Ghione preferiscono non commentare la notizia della condanna a due anni di reclusione inflitti al generale Bruno Stano e del rinvio a giudizio per il colonnello Georg Di Pauli, che non avrebbero agito per per evitare la morte di 19 italiani e 9 iracheni durante l’attentato di Nassiriya del 12 novembre 2003.

“Grande soddisfazione”, invece, per la sentenza del gup del tribunale militare di Roma, è stata espressa da uno dei sei sottufficiali liguri rimasti feriti nell’attentato, il maresciallo dei carabinieri Giantullio Maniero. “E’ stata fatta giustizia, almeno in parte” ha commentato il maresciallo, che è stato riformato dall’Arma proprio per le ferite riportate nell’attentato.

“Il giudice militare – ha proseguito Maniero – ha accolto la tesi per la quale ci siamo battuti, che non erano state prese adeguate misure di protezione come ci eravamo resi conto sin dal nostro arrivo nella base Maestrale”. Il gup ha anche accolto la richiesta di costituzione delle parti civili ed ha disposto che la quantificazione del risarcimento dovuto dal Ministero della Difesa sia fatta in un distinto giudizio dal tribunale civile. Non è invece stata stabilita una provvisionale.

Il maresciallo finalese Daniele Ghione, un diploma da geometra, la passione per il free klimbing e per il karate, un carattere solare, “aveva partecipato alla missione del 2003 felice di poter aiutare gli altri – ha ricordato il padre Sergio, pure lui carabiniere – E’ tornato avvolto in una bandiera tricolore sicuro però di aver fatto sino in fondo il suo dovere di carabiniere”. Lo scorso mese il padre del giovane caduto in Iraq aveva elogiato la vicinanza dello Stato e dell’Arma in questi cinque anni, anche – aveva specificato – “se nessuno ci potrà restituire nostro figlio”.

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