Economia

I savonesi hanno una percezione “ottocentesca” dell’industria

Assemblea Uisv 2008

[thumb:9662:l]Savona. L’Unione Industriali savonese ha presentato, nell’ambito dell’assemblea annuale svoltasi oggi presso il campus universitario di via Cadorna, i risultati di un’indagine, commissionata alla Facoltà genovese di Scienze della formazione, dal titolo “La percezione del sapere scientifico e dell’industria”.

La ricerca, coordinata dal Prof. Mario Palumbo, ha riguardato un campione di 900 persone residenti nei 69 comuni della Provincia di Savona, in età compresa tra i 19 ed i 65 anni con titolo di studio che va dalla licenza elementare (5,4 %), post obbligo (10,1%) e media (23,9%), al diploma superiore (43,6%) fino alla laurea (17,1%).

“Un lavoro che è durato oltre un anno, incentrato su un complesso ed articolato questionario e su oltre novecento interviste dirette – ha commentato il direttore dell’Unione Industriali, Luciano Pasquale – Un lavoro che costituisce un importante contributo all’analisi dei problemi, ma anche dei fattori positivi e delle potenzialità della nostra provincia”.

Dall’indagine si scopre che i savonesi non nutrono molta fiducia nelle forme istituzionali di rappresentanza politica e sindacale, riponendo invece maggiori speranze verso gli imprenditori capaci di mettersi in gioco. Nel campo finanziario gli abitanti della provincia danno grande importanza alle rendite, garanzia di stabilità e di sicurezza.

La percezione dell’industria che emerge dagli intervisati è negativa, legata quasi a visioni ottocentesche, mentre il terziario, soprattutto nel settore turistico, è visto in maniera positiva, essendo considerato il maggior produttore di ricchezza dal 66% dei savonesi, seguito da edilizia (52%), commercio (41%), servizi (40%), ricerca e tecnologia (37%) e portualità (36%), mentre l’industria è fanalino di coda con solo il 18%, preceduta anche da agricoltura e trasporti.

[image:9662:r:s=1]La nostra provincia è vista dai giovani come un luogo privo di opportunità occupazionali e di carriera, considerate invece possibili altrove. Emerge quindi il ritratto di un territorio da preservare, sia per la bellezza dei luoghi che per la qualità di vita, ma da cui non ci si aspettano prospettive di sviluppo economico. E’ però proprio tra le giovani generazioni che si riscontra la possibilità di considerare come opportunità di crescita tecnologia e scienza, magari ponendo in questi settori la speranza di poter restare in provincia, senza doversi trasferire in altre zone del Paese, quando non all’estero.

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