Piano Rifiuti: l’assessore Filippi risponde ai commenti dei lettori

Fillippi ass provinciale

[thumb:3642:l]Provincia. A seguito dei commenti che i miei precedenti interventi su IVG.it hanno suscitato vorrei fare qualche precisazione. A chi ha proposto di differenziare i rifiuti a valle della raccolta, per non provocare disagio ai cittadini vorrei chiarire che, pur essendo una tecnica che da qualche parte (ad es. in Israele) trova una sua applicazione, ha alcuni punti deboli di fondo.

Anzitutto la differenziazione che si opera produce frazioni marcatamente inquinate da residui di altre frazioni. Ciò fa sì che sia difficile il riciclaggio. Inoltre tutto il processo esclude i Comuni: infatti, se la differenziazione è (a monte della raccolta, con il “porta a porta” ove possibile), i Consorzi di filiera, cioè le organizzazioni delle aziende che riciclano i diversi materiali, ritirano gratuitamente gli stessi e danno ai Comuni un corrispettivo (una tonnellata di plastica non inquinata può essere pagata 200 euro, una di alluminio 500 euro). Non è altro che la ridistribuzione di quel “contributo CONAI” che molto spesso si trova indicato sulle fatture di acquisto e che riguarda gli imballaggi della merce.

Inoltre, nella differenziazione fatta a monte è intrinseco un elemento sociale e culturale di valenza estrema: i cittadini sono coinvolti direttamente, sono protagonisti di un progetto di civiltà, di tutela ambientale, di un superiore grado di cultura, non passivi ed inconsapevoli sversatori, in squallidi e maleodoranti bidoni, di materiali “rifiutati” la cui sorte non interessa a nessuno.

Il “modo fastidioso” di cui parla l’interlocutore diventa così un’attività consapevole e positivamente accettata, perchè porta con sè partecipazione attiva al progetto. In questi anni ho spesso sentito dire dai politici che bisogna fare le cose che non creano disagio alla gente, perchè si rischia di perdere consensi elettorali. Io sono convinto che, se una cosa è buona, debba essere spiegata chiaramente a tutti e debba essere fatta perchè vale per se stessa, senza tanti calcoli. Anche di qui passa la “dimensione educativa” della politica, cui personalmente tengo molto e che è quasi sempre ignorata.

A chi ha dubbi sul metodo del “porta a porta”, poi, voglio dire che esso ha infinite applicazioni e varianti specifiche a seconda del contesto urbano in cui deve essere praticato. Si tratta di studiarlo bene ed è importante che lo studio lo facciano degli specialisti e non solo i tradizionali operatori del settore, usi unicamente a “raccogliere, trasportare e sversare”. Troppo spesso ci si improvvisa esperti di p. a p., mentre non se ne conoscono neppure i criteri e gli scopi fondamentali. Si tenga comunque presente che il p. a p. si attua anche in situazioni di difficoltà logistiche particolari, come ad esempio nel centro storico di Venezia.

Qualcuno si chiede, a buon diritto, perchè nuove discariche. Il Piano Provinciale prevedeva inizialmente che la gestione dei R.S.U. (rifiuti solidi urbani) si articolasse su due poli: uno a levante, incentrato sulla discarica del Boscaccio a Vado Ligure, con l’aggiunta di un impianto di compostaggio industriale ed uno di CDR, l’altro a ponente, in località Vallemagna -Cianciarin (in territorio di Albenga e Ortovero, ma al confine con Arnasco), con relativo impianto di CDR, mentre l’impianto di compostaggio era già in costruzione nelle vicinanze, a Villanova di Albenga. Il tutto sarebbe quindi risultato ben bilanciato sul territorio della Provincia.

La discarica di Cianciarin doveva servire non per stoccare il “tal quale”, ma per interrare in modo controllato i residui inertizzati della produzione di CDR. Ma il rifiuto pregiudiziale di molti locali affetti dalla sindrome del “sì, ma non nel mio giardino”, una valutazione, a mio avviso, tecnicamente discutibile da parte della Regione circa l’idoneità del sito, una pesante campagna pseudo-politica di ostruzionismo e di deformazione svolta dall’opposizione sul territorio e in Consiglio provinciale, interessi particolaristici, opportunismi politici e quant’altro; tutto ha fatto sì che l’ipotesi di Cianciarin venisse di fatto accantonata. Nel frattempo avevo svolto, ma senza risultato, la ricerca di siti alternativi di cui ho parlato.

Oggi il Comune di Savona ha propone una discarica nel sito di Passeggi, laddove i rifiuti dovrebbero subire un trattamento di biostabilizzazione, con produzione di biogas e recupero energetico. Possiamo certamente discutere sull’opportunità o meno di questa nuova discarica, anche perchè cambia i termini del Piano sotto il profilo logistico.

Ad oggi, comunque, l’iter autorizzativo non è ancora avviato: dovrebbe iniziare con l’approvazione in Giunta di quella “variante” al Piano di cui tutti parlano e che, oltre a Passeggi, dovrà contenere sia la specificazione del ciclo del CDR con l’inserimento del processo di “gassificazione” sia, per l’immediato, l’ampliamento del Boscaccio, che farebbe fronte subito allo smaltimento dei rifiuti del ponente della Provincia. Di questi due ultimi elementi, il primo è essenziale per dare completezza tecnica al Piano ed evitarne il minacciato commissariamento, le cui conseguenze potrebbero essere devastanti per l’impianto complessivo del Piano. Il secondo è indispensabile in relazione alle urgenze del momento.

Per concludere, vorrei osservare che, per il suo governo, la società è divisa in istituzioni diverse, Comuni, Province, Regioni, Stato ed altre collaterali. Ad esercitare le attività di governo vanno persone proposte dai partiti ed indicate dagli elettori, persone che sono, o si dicono, esperti di “politica”, cioè della greca polis tuch’, l’arte di governare la città. I problemi che riguardano la collettività sono infatti per antonomasia problemi “politici” ed i politici hanno il dovere istituzionale di indicare strade e metodi per risolverli nel modo migliore. Sono stati scelti proprio per fare questo. Chi si dichiara ” non disponibile a farsi dire da un politico ciò che deve fare” rischia di confondere il pubblico col privato, la libertà con l’anarchia.

Caso mai si tratta di vedere se le scelte sono corrette, se quei politici hanno lavorato per il bene comune e non solo per interessi di parte. Ma le scelte devono essere rispettate. Se poi un problema ha una dimensione tecnica prevalente, il politico deve cercare l’aiuto di esperti e, soprattutto, non tentare di stravolgere, per convenienze di parte, le indicazioni ricevute; tanto meno di forzarle a proprio vantaggio.

Comunque, se ciò può rasserenare chi mi legge, io non sono un politico di carriera, faccio il geologo da quasi 45 anni e sono in prestito alla politica per la prima e, probabilmente, ultima volta nella mia vita.

Giampietro Filippi,
Assessore ai rifiuti della Provincia di Savona

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.