Cronaca

Giustenice, incidente mortale: due vittime, conducente arrestato

Giustenice - mortale

[thumb:9209:l]Giustenice. Incidente stradale con due vittime intorno alle 3 di notte sulla strada provinciale 24 tra Pietra Ligure e Giustenice. La tragedia si è verificata in località Canun-Trogeo, nel tratto di via Peagne sopra cui scorre il viadotto autostradale dell’Autofiori, all’ingresso del paesino della Val Maremola. Una Citroen Xantia station wagon con a bordo tre persone si è schiantata contro un rimorchio per escavatori parcheggiato a margine della carreggiata.

L’autovettura stava procedendo in direzione monte quando, prima di una lieve curva, ha travolto un palo della segnaletica verticale, ha sbandato per alcuni metri ed è finita contro le rampe posteriori di carico del lungo rimorchio posto in un’area a destra della strada. L’impatto è stato devastante. La macchina è stata ridotta ad un cumulo di lamiere.

Sul posto l’immediato intervento dei militi della pubblica assistenza Piestra Soccorso e della Croce Bianca di Borgio, dei vigili del fuoco del distaccamento finalese e dei carabinieri. I soccorritori hanno estratto dall’abitacolo, diventato una prigione di metallo contorto, i tre occupanti. Il conducente, Marino Menini, 30 anni, dipendente della Piaggio, di Giustenice, è uscito illeso dallo schianto, ma i due passeggeri sono morti sul colpo: si tratta di Stefano Agnese, 36 anni, tecnico di radiologia all’ospedale di Albenga, residente a Giustenice , e Andrea Sciutto, 37 anni, serramentista, di Tovo San Giacomo.

[image:9209:r:s=1]I carabinieri della stazione di Pietra Ligure hanno effettuato i rilievi del caso sul luogo dell’accaduto e stanno completando la ricostruzione della dinamica dell’incidente. Lo scontro con la parte posteriore del rimorchio è stato tremendo. Uno dei montanti stabilizzatori della piattaforma di traino ha invaso l’abitacolo della Citroen, distruggendola in poche frazioni di secondo. Pare che i due passeggeri, al momento dell’impatto, stessero dormendo.

Marino Menini, che stava conducendo il veicolo di proprietà di uno dei due passeggeri, pur su una strada che conosceva bene, ha perso il controllo del volante improvvisamente: versava in stato di grave ubriachezza. Dalle analisi il responso definitivo sul suo stato di vigilanza mentale al momento dello schianto: la quantità di alcool nel sangue era di tre volte superiore al limite consentito per legge. E’ risutato inoltre positivo all’uso di sostanze cannabinoidi. Per tali ragioni è stato dichiarato in arresto con l’accusa di omicidio colposo. Il fatto è stato immediatamente segnalato dai carabinieri al sostituto procuratore Alessandra Coccoli.

I vigili del fuoco hanno impiegato oltre un’ora per estrarre le due vittime dalla carrozzeria accartocciata. Più semplice liberare il conducente, risparmiato dalla morsa letale delle lamiere, ma non dispensato da un immediato rimorso: al maresciallo dell’Arma accorso sul posto ha subito prospettato ipotesi autopunitive. “E’ meglio che mi si spari un colpo in testa, altrimenti lo faccio io: non posso resistere a questa tragedia” avrebbe detto in preda alla confusione. Il trentenne è stato trasportato all’ospedale Santa Corona dove, in stato di choc estremo, è ricoverato sotto l’effetto di sedativi.

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