[thumb:4791:l]Regione. Un’agenzia regionale per i porti e la logistica in grado di pianificare e coordinare lo sviluppo del sistema degli scali marittimi della Liguria, Savona, Genova e La Spezia. E’ quanto proposto con la legge “Norme sul sistema portuale e logistico regionale” che il consigliere Tirreno Bianchi, capogruppo in consiglio regionale dei Comunisti italiani, ha presentato questa mattina alla presenza dell’assessore ai Trasporti e Porti Enrico Vesco.
Bianchi ha sottolineato che i porti liguri sono al centro di un sistema logistico ad alto valore aggiunto per il territorio, ma questi scali scontano la differente dinamica della portualità italiana rispetto ai principali concorrenti europei e mediterranei. Per il capogruppo è fortemente necessaria una sinergia tra porti, retroporti e contesto macroregionale, con i connessi effetti sui ruoli dei decisori pubblici coinvolti. Da queste riflessioni e dalle analisi elaborate deriva la proposta di legge che può definirsi programmatoria e di indirizzo, con la quale s’inserisce nella pianificazione logistica, trasportistica regionale il complesso di piani, programmi e opere delle Autorità portuali di Savona, Genova e La Spezia, attraverso l’elaborazione di un Piano regionale dei porti e della logistica.
Con la creazione dell’Agenzia regionale si potrà avviare una fase di reale coordinamento e di rinnovato sviluppo competitivo in una logica di decisiva integrazione con i territori anche di altre Regioni e di programmazione negoziata con tutte le realtà socio-produttive e con gli altri operatori del trasporto.
“L’istituzione dell’Agenzia e del Piano regionale dei porti e della logistica – ha spiegato Tirreno Bianchi – è un inizio per attivare un percorso che da una parte porti al superamento del concetto di demanio marittimo, che non significa regalare le aree ai privati, ma vuol dire gestirle in maniera meno burocratica e più semplice. Questo, dunque, porterebbe al superamento delle concessioni, e, quindi, si andrebbe verso una situazione di natura più privatistica. Sono dell’opinione che vada cambiata la legge 84/94 di riforma dei porti perché è necessario avvicinarsi ai modelli del Nord Europa, e quindi, in prospettiva, bisogna superare le Autorità portuali di oggi e far nascere un’unica società pubblica per gestire l’operatività delle aree portuali”.
Poi il capogruppo dei Comunisti italiani ha parlato anche del lavoro sui moli: “Pur nell’ambito della legge vigente come lo stesso ministero dei Trasporti ha previsto in una sua circolare applicativa, anche le imprese ex articolo 17, ovvero le compagnie dei lavoratori, devono poter avere la disponibilità dei mezzi meccanici per svolgere prestazioni e servizi”.