Economia

Turismo, indagine Fipe-Confcommercio: i “nuovi” ricchi non salvano la stagione

Pulmann

[thumb:3109:l]Per il 64% dei gestori di pubblici esercizi, la stagione è iniziata peggio dell’anno precedente e solo pochissimi sperano in meglio per agosto e settembre, facendo scendere al 58% il gruppo dei pessimisti. E’ quanto sostiene il centro studi della Fipe-Confcommercio, cui fanno capo oltre 240 mila imprese tra bar, ristoranti, stabilimenti balneari, discoteche e rifugi alpini, esercizi nei quali lavora oltre un milione di persone.

La flessione, sottolinea la Fipe, a fine stagione sarà del 4,8%, che in termini assoluti corrisponde a 28 milioni di presenze in meno. Si spostano meno stranieri e ancor meno italiani; chi viaggia cerca di mantenere il portafoglio chiuso. A dirlo sono proprio baristi e ristoratori nei cui locali è difficile non entrare quando si è in vacanza.

La crisi dei consumi nel turismo è dovuta per gran parte proprio dal minor afflusso e per il resto da una minore propensione alla spesa di chi andrà comunque in vacanza: una crisi in grado di mandare in fumo quasi tre miliardi di euro di fatturato reale con un calo di quasi il 7% rispetto all’estate 2007.
I turisti cercano di tenersi alla larga dal mare (-6,8%), dove qualche gelato e qualche oggettino da spiaggia inducono maggiormente nella tentazione della spesa. Va male, ma non malissimo, anche alla montagna (-3,8%), mentre sembrano non variare le presenze al lago, e sarebbero in aumento sia pure con una percentuale poco consistente (1,1%) quelle nei centri minori.

Sono alcuni dei dati resi noto dal centro studi della Fipe-Confcommercio sull’andamento dell’estate per i pubblici esercizi. Per quanto riguarda gli stranieri, l’Italia richiama maggiormente l’attenzione dei ‘nuovi’ ricchi, cioé europei del Nord, russi e cinesi; in calo, invece, i cittadini di Stati le cui economie sono in sofferenza.

Gli statunitensi, per cui l’Italia rappresenta la quinta destinazione preferita, complice il caro euro non si muovono; pochi anche i francesi e i tedeschi in giro. Un’occhiata al tipo di bene consumato dà bene l’idea dei pochi soldi in circolazione: va alla grande l’acqua minerale consumata al posto di bibite; si rinuncia alla vacanza, ma non al gelato; male gli affari per le pizzerie e per i ristoranti. E questa volta non sembra essere colpa dei prezzi: il 66,7% degli esercenti dichiara di non aver ritoccato i listini.

“Siamo preoccupati da questi dati, ma non impreparati. Segnali negativi erano già stati annunciati da più parti, e a guardarsi intorno si vede che l’economia non gira. Non dobbiamo però piangerci addosso, ma dobbiamo darci tutti da fare e puntare sulla qualità dei servizi offerti”.

E’ il commento del presidente della Fipe -Confcommercio, Lino Enrico Stoppani, ai dati sull’andamento della stagione turistica. “Anche la politica, però,-aggiunge – deve fare la sua parte. Non basta certo una nuova classificazione alberghiera, per altro nemmeno condivisa da tutte la categorie, per invertire la rotta declinante del nostro turismo. Bisogna credere e investire energie e risorse in un nuovo modello di turismo, fatto non solo di ricettività a accessibilità, requisiti che ormai si trovano dovunque, ma anche di tanti servizi, pubblici e privati, integrati ed efficienti”.

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