Cairo Montenotte. Rifondazione Comunista interviene nella vicenda Ferrania, in particolare sul documento di attivazione di contratti lsu (lavori socialmente utili) per i lavoratori cassaintegrati, in attesa del compimento dell’accordo di programma sul rilancio industriale dell’azienda cairese. La richiesta di fondi aggiuntivi al governo riguarda l’integrazione al reddito per i dipendenti in esubero (435 su 460), sul modello dell’accordo attivato dalla Regione Liguria e dal Comune di Genova per le Acciaierie di Cornigliano.
Tuttavia, Rifondazione, oltre a sottolineare l’empasse sul rilancio industriale, mette in guardia sui lavori di pubblica utilità previsti per i lavoratori di Ferrania, distribuiti sui rispettivi Comuni di residenza. “I vincoli sulle spese di personale a carico dei Comuni non consentono, nella maggior parte dei casi, di aumentare le voci di spesa su tale fronte. Di non secondaria importanza sono le mansioni e il contenuto dei progetti attivabili che riguardano: piani di recupero, conservazione e riqualificazione, adeguamento e perfezionamento del sistema trasporti, recupero e valorizzazione del patrimonio culturale, sviluppo del turismo”. Quindi una perdita delle professionalità acquisite per i dipendenti, secondo il Prc, che aggiunge: “Tali progetti, inoltre, non possono avere inoltre carattere continuativo. Gli ultimi lsu attivati dagli enti locali risalgono ormai a parecchi anni fa e sono stati sostituiti con contratti coordinati e continuativi(co.co.co), sui quali si è poi operata una stretta e un taglio drastico. Essi si sono poi stati trasformati in Contratti a Progetto (co.co.pro)”.
Senza un forte intervento pubblico, conclude Rifondazione, sarà difficile evitare una crisi occupazionale e sociale per la Val Bormida e il Savonese.