Savona. Domenica 17 agosto o, in caso di maltempo, la domenica successiva, nuova simbolica iniziativa del Coordinamento Margonara Viva che si oppone alla costruzione del porto turistico tra Savona e Albissola Marina che comporterebbe la cancellazione della libera spiaggia della Madonnetta. Dopo la pittoresca “Canoata contro Fuksas” e l’ironica gara di tuffi “a soldatino” di fine luglio, questa volta il comitato promuove una “grande nuotata collettiva non stop a staffetta”: dalle 8 di mattina sino alle 8 di sera, “tantissimi nuotatori nuoteranno in sequenza davanti alla spiaggia della Madonnetta tentando di raggiungere le 12 ore consecutive per difendere la nostra costa contro il cemento e le speculazioni”, spiega in una nota il coordinamento. “Il servizio di salvataggio è garantito – puntualizzano sdrammatizzando con tono più goliardico gli organizzatori -, ma la responsabilità delle proprie capacità natatorie è lasciata ai singoli partecipanti”; alla lunga nuotata, seguirà una “cena a condivisione cibo”.
In parte anche sull’onda d’urto provocata dal libro dei giornalisti Marco Preve e Ferruccio Sansa “Il Partito di cemento” che sta facendo della Liguria un vero e proprio caso nazionale in negativo, prosegue intanto anche da parte di altri gruppi di cittadini e associazioni politiche e ambientaliste avverse, il dibattito su come contrastare la costruzione del porto ed altri progetti visti come un pericolo per i già delicati equilibri ambientali del territorio savonese.
In un incontro svoltosi a Savona un paio di settimane fa nella sede del Sole che ride, sollecitato proprio dal caso Margonara che molti considerano forse ancora aperto, “insieme a Legambiente, WWF e comitati civici, i Verdi hanno avviato un percorso comune per la difesa della Madonnetta e di tutto il territorio dall’ennesima colata di cemento che rischia di distruggere il nostro territorio”, fa sapere il partito. Per quanto riguarda la Margonara, aggiungono i Verdi savonesi, “il dibattito e le iniziative proseguiranno in autunno con iniziative comuni e – concludono – soprattutto, almeno per i Verdi, con il ribadire che solo il referendum può fermare la degenerazione cementizia sulla Margonara”.