Come tutte le estati, si ripropone il problema della scarsita’ di acqua alla foce del Le timbro. Questo fatto crea interminabili discussioni e polemiche sul da farsi. Discussioni che non portano, purtroppo, spesso, a nulla di concreto.
Grazie alla preziosa collaborazione di Flavio Fiumara, che gestisce un bar sito alla foce del torrente, ho seguito con attenzione questo problema negli anni precedenti, cercando di risolvere l’inconveniente con tanto entusiasmo e tanta buona volonta’: addirittura, qualche estate fa, Fiumara acquisto’ un centinaio di secchi e attraverso una catena umana di volontari, venne riversata una discreta quantita’ di acqua dal mare nello specchio acqueo della foce, in un’altra occasione, l’ATA ( Azienda di tutela ambientale), su mia richiesta formale, fece affluire nella foce del torrente, un certo numero di autobotti di acqua dolce, contestualmente la Societa’ Sportiva che gestiva la piscina, in allora, porto’ un tubo dall’impianto verso l’alveo del Le timbro.
Attualmente l’acqua e’ scarsa e ferma, perche’ il mare e’ da giorni calmo, e quindi non filtra acqua saltata dal mare al torrente,a causa del principio dei vasi comunicanti, per cui bisognerebbe attendere una mareggiata, ma forse sarebbe troppo tardi per gli animali che popolano la foce.
In fatti, la foce del Letimbro e’, in sostanza, un’oasi faunistica – naturalistica a tutti gli effetti, in essa vi sono specie stanziali e migratorie, volatili , di superficie o anfibi: anatre, cormorani, aironi, bisce d’acqua, tartarughe anfibie, rane, anatre canadesi, folaghe , gabbiani e addirittura e’ stato segnalato un esemplare di fenicottero!
Tutti questi animali vanno tutelati e difesi, proteggendo l’ecosistema in cui vivono da anni.
E allora con questo importante obiettivo, lo specchio acqueo del torrente Letimbro, deve essere alimentato e tenuto in vita, qualora vi fosse la necessita’ e ora sussiste questa problematica, ci deve essere un rabbocco periodico tramite autobotti, oppure sempre in questa ottica, a monte si potrebbe portare un tubo da tre pollici, che riversando continuamente acqua nel corso del torrente, creerebbe un continuo movimento di liquidi, evitando il formarsi di alghe, che magari, possono ingenerare il timore di inquinamento.
Tutto questo progetto importantissimo per l’ambiente, deve passare attraverso una identificazione ed una qualifica di oasi faunistica del territorio in oggetto, per poter meglio tutelare la foce come zona naturalistica e le specie che vi abitano e che l’hanno colonizzata.
Roberto Nicolick
Flavio Fiumara