[thumb:8480:l]Toirano. Domani, sabato 26 luglio, a Toirano, nel palcoscenico naturale della cava dismessa Martinetto andrà in scena “Sogno di un sogno di una notte di mezza estate” spettacolo teatrale “in verticale”, organizzato dall’associazione “Cavatori” in collaborazione con l’assessorato al Turismo del Comune di Toirano, con il patrocinio della Provincia di Savona, della Comunità Montana Pollupice e con il contributo della Fondazione “A. De Mari” Cassa di Risparmio di Savona.
A fare da scenografia all’originale messa in scena saranno le enormi opere di “pittura acrobatica” realizzate da Mario Nebiolo, figure dipinte sulle pareti della cava. A partire dalle ore 21,00, il gruppo “Timoteo-teatro” diretto da Elio Berti, il gruppo musicale “Terapia di gruppo”, i maestri Renato Procopio (violino, chitarra) e Matteo Giocosa (violino) saranno gli interpreti di una singolare rilettura della commedia shakespeariana “Sogno di una notte di mezza estate”, il cui testo farà da filo conduttore a un discorso parallelo che passa attraverso il senso di precarietà e inconsistenza delle cose.
Musica, recitazione ed evoluzioni in verticale di personaggi attaccati alla roccia a sessanta metri di altezza, insieme alla suggestione del luogo e della notte contribuiranno a dare forma alla storia nel tentativo di stimolare la fantasia dello spettatore a leggere anche al di là del testo. Alla serata parteciperà, come principale attore-scalatore, “Manolo”, guida alpina, arrampicatore e alpinista di fama mondiale, oltre che ispirato interprete dell’arte del movimento in parete.
L’artista scalatore Mario Nebiolo da anni opera su pareti di cava o grandi muraglioni in ambiente urbano realizzando immense figure. A Toirano, la parete su cui l’artista savonese ha impresso il suo tratto è davvero particolare, si tratta infatti delle pareti di roccia della cava ormai dismessa, che si trova di fronte all’ingresso delle Grotte di Toirano. Mario Nebiolo, dipinge arrampicandosi, assicurato con corde e chiodi, utilizzando un solo piccolo normale pennello e grandi bidoni di colore appesi all’imbragatura. Nebbiolo tira fuori dalle forme della roccia, enormi figure umane, con una sorta di pittura-scultura.
“Le opere sulle pareti della cava” dice il sindaco di Toirano, Silvano Tabò “sono permanenti e sempre visibili dal pubblico e fanno parte di un progetto di recupero dal punto di vista ambientale, che utilizza in parte l’arte. Infatti, oltre ad aver programmato azioni di riempimento, abbiamo da qualche tempo avviato un progetto artistico che vede protagonista Mario Nebbiolo che sulle pareti più ripide ha disegnato alcune enormi figure.
Le figure, alte fino a 15 metri, sono state ricavate dall’artista, laddove la conformazione e la compattezza della roccia suggerivano una forma, utilizzando colori ad acqua e pennelli e lavorando in parete, da solo, con tecniche da alpinista. Ne è nato uno straordinario museo a cielo aperto con figure a metà tra pittura e scultura che emergono dalle pieghe e dalle fessure della roccia. La serata è ad ingresso gratuito. La cava Martinetto si raggiunge in macchina dal piazzale delle grotte.
Mario Nebiolo, nato a Rivoli nel 1956, vive a Savona e svolge attività artistica da più di trent’anni. Da tempo ha iniziato una forma di espressione pittorica assolutamente innovativa e unica nel suo genere che consiste appunto nell’affrontare pareti di roccia, spesso in situazioni degradate dal punto di vista ambientale, o dove comunque sono già presenti segni di intervento umano (tagli di cava, supporti di cemento per contenimento, ecc), allo scopo di dipingere figure umane utilizzando tratto e colore per tirare fuori dalla roccia forme già presenti o immaginabili. Vanno ricordate tra le opere più significative il muraglione di via Din Col a Genova, le opere nelle Cave del Bric del Frate e Pian Cornei nel territorio finalese e la Ferrata degli Artisti nel territorio del Comune di Magliolo.
Maurizio Zanolla “Manolo”, guida alpina e maestro d’arrampicata, si arrampica da quasi trent’anni. È stato il primo italiano a superare l’8°, il 9°, il 10° e probabilmente l’11° grado ed è il primo arrampicatore dolomitico a portare queste difficoltà anche in montagna superando (già oltre vent’anni fa) alcuni fra i più famosi e temuti itinerari in completa arrampicata libera. È fra i pionieri dell’arrampicata sportiva mediterranea, e conta al suo attivo un migliaio di nuovi itinerari. Ha arrampicato spesso slegato e in questo stile è arrivato in falesia fino al 10° grado. In montagna ha aperto anche qualche nuova via slegato.
Nel 1990 è entrato a far parte del “No Limit Sector Team” e, nello stesso anno, è stato seguito molto in un programma televisivo di prima serata, dopo avere accettato la proposta di “scalare” alcuni famosi palazzi, castelli e torri d’Italia. Eletto a mito della sua specialità, ha scalato un po’ in tutto il mondo, dalle Alpi all’Himalaya alla Norvegia, dall’America alla Grecia.
Nel 1997 Manolo ha aperto per la prima volta in completa arrampicata libera la via “Turini” e, negli immediati anni successivi, tutti gli altri itinerari allora esistenti, elevando così di molto le difficoltà tecniche originali. Manolo si muove in parete come in una danza, riesce a salire difficoltà limite di falesia anche su grandi pareti: un rito, una passione travolgente che dura da trent’anni, di sicuro un “privilegio regalato” ad un arrampicatore da considerarsi fra i più forti al mondo.
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